Elicottero Usa precipita sul confine siriano

Soccorsi in campo, nell'Iraq occientale, per rintracciare i resti dell'elicottero HH-60 Pave Hawk appartenente all'esercito degli Stati Uniti, precipitato mentre era in volo nella zona di Anbar, al confine con la Siria. Secondo quanto riferito finora, a bordo del velivolo c'erano sette persone delle Forze armate statunitensi i quali, però, non si sarebbero trovati lì nell'ambito di una missione di guerra. L'incidente si sarebbe verificato attorno alle 10 di sera (le 5 del mattino in Iraq), quando il segnale dell'elicottero è scomparso dai radar del comando centrale: non è chiaro, al momento, quale sia la sorte delle persone che vi si trovavano a bordo anche se un funzionario della coalizione militare a guida Usa ha già fatto sapere che si sospettano dei morti.

I sospetti iniziali

Lo stesso portavoce ha specificato che “le squadre di soccorso stanno raggiungendo la zona dell’incidente”, precisando che “ulteriori dettagli saranno comunicati quando disponibili”. Sicuramente, per far luce sulla vicenda e determinare le cause dello schianto, “verrà avviata un’indagine”. Secondo quanto riportato, l'elicottero sarebbe precipitato non distante dalla città irachena di al-Qaim, situata a pochi chilometri dal confine siriano e teatro, nel 2005, di circa 10 giorni di battaglia che avevano coinvolto l'US Army e i miliziani di Al Qaeda. Anche per questo motivo, iniziali era stato sospettato che lo schianto non fosse stato frutto di un incidente ma di un atto intenzionale messo in pratica da qualche focolaio di insurrezionalisti. Al momento, però, pare non vi siano prove a sostegno di tale tesi e, almeno per ora, l'ipotesi più accreditata rimane quella di un incidente, forse dovuto a un'avaria.

Le operazioni in Iraq

A quanto pare, i militari precipitati con il velivolo si trovavano in quella zona per una missione a scopi non bellici che, al momento, coinvolgerebbe i circa 4 mila soldati statunitensi sul territorio iracheno, rimasti sul posto per aiutare i funzionari locali nelle operazioni di ricostruzione dopo la sconfitta dell'Isis (in Iraq la coalizione è riuscita a riprendere il controllo della città e della zona di Mosul) e di addestramento delle forze interne, con l'intento di creare gruppi di militari locali in grado di far fronte a un'eventuale riorganizzazione delle milizie estremiste. Non è ancora chiaro se il presidente Trump sia stato messo al corrente dell'accaduto, verificatosi mentre il segretario alla Difesa, Jim Mattis, stava per l'appunto facendo ritorno da un viaggio in Medio Oriente.