Elezioni Usa, domani scatta l’ora X. Ultimi veleni prima del voto

Ci siamo, sta per scattare l’ora X, quella in cui “il più grande Paese del mondo” deciderà chi avrà i codici della valigetta rossa con cui poter scatenare una guerra nucleare planetaria. Perché, al netto delle polemiche, della politica economica interna e dei rapporti con l’estero, è questa suprema responsabilità a fare da ago della bilancia. Non se ne parla molto, ma è un fatto che chi siederà nello Studio Ovale avrà questo potere, che decida di usarlo o meno.

Le elezioni presidenziali Usa 2016 si svolgeranno dunque domani, martedì 8 novembre. quando gli statunitensi voteranno per il loro quarantacinquesimo presidente. La sfida per la successione di Barack Obama si giocherà principalmente tra Hillary Clinton, la candidata democratica, e Donald Trump, il candidato repubblicano. I sondaggi rilevano un’elezione incerta, anche se l’ex segretaria di Stato appare favorita, sia nel voto nazionale che in quello, decisivo, negli Stati in bilico.

Fbi: nessuna accusa per Clinton su email

Dopo essere andata in difficoltà per l’annuncio di nuove indagini sulla sua posizione (tanto da veder considerevolmente ridursi la forbice di vantaggio dal rivale), a poche ore dal voto Hillary sorride: il capo dell’Fbi, James Comey, non chiederà infatti che sia emesso alcun capo di accusa nella vicenda delle email. Pertanto, per quanto riguarda le indagini sull’Emailgate valgono le stesse conclusioni di luglio. “Non le abbiamo cambiate”, afferma Comey, secondo quanto riporta Jason Chaffetz, membro repubblicano del Congresso.

Trump: sistema corrotto come Clinton

Trump reagisce male: “Hillary Clinton è protetta da un sistema truccato”. A poche ore dal voto, è un duro colpo al tycoon; sono infatti ancora una decina gli Stati “in bilico”. “Se le conclusioni dell’ Fbi restano invariate, significa che Clinton continua a essere negligente e imprudente e continua ad aver mentito sulle informazioni segrete”, ha affermato lo staff elettorale di Donald Trump.

L’affondo di Trump: “Clinton è colpevole”

Poi il candidato repubblicano rincara la dose: “Ora tocca agli americani fare giustizia nelle urne l’8 novembre. Clinton è colpevole. Lei lo sa, l’Fbi lo sa e la gente lo sa”, ha affermato Trump in un comizio a Sterling Heights, in Michigan. “E’ incredibile, non si possono esaminare 650 mila email in otto giorni. C’è un sistema totalmente falsato”, ha aggiunto.

Come si vince

Le elezioni presidenziali sono decise dal voto nei singoli Stati. Il candidato che raggiunge la maggioranza relativa in 48 Stati su 50, e a Washington Dc, conquista tutti i Voti elettorali assegnati da uno Stato. Solo Maine e Nebraska distribuiscono i loro Voti elettorali in base al candidato vincitore in ognuno dei loro distretti congressuali.

Il meccanismo elettorale basato sulla competizione negli Stati influenza in modo assai rilevante la campagna presidenziale. I candidati puntano la maggior parte delle loro risorse finanziarie e organizzative per vincere nei cosiddetti swing o battleground States, gli Stati in bilico, diventati decisivi per il raggiungimento dei 270 Voti elettorali.

Le ultime ore

Fino a lunedì notte sia Hillary che Trump saranno sul palco. Barack e Michelle Obama raggiungeranno la Clinton in Pensylvania per il gran finale, mentre Trump sarà circondato da tutta la famiglia e farà un’ultima puntata nella decisiva Florida prima di spostarsi all’Hilton di New York martedì sera, non solo per votare in tempo ma per partecipare a quello che la sua campagna ha già ribattezzatto “il party della vittoria”.

Oltre a eleggere il presidente degli Stati Uniti per i prossimi 4 anni, martedì 8 novembre l’America rinnoverà anche i 435 deputati della Camera che rimangono in carica 2 anni oltre a 34 dei 100 senatori che compongono il Senato e che hanno invece un mandato di 6 anni.