Ecco quanto è costato il blackout

Il blackout, non ancora del tutto risolto, che negli ultimi giorni ha paralizzato il Venezuela è costato 875 milioni di dollari, pari all'1% del Pil del paese sudamericano. Lo ha detto Asdrubal Oliveros, economista della agenzia Ecoanalitica.

Danni

Oliveros ha spiegato che il blackout ha comportato un blocco totale di tutte le attività economiche nel Paese, il che equivale a un danno che oscilla fra 150 e i 200 milioni di dollari al giorno. “Bisogna tenere in conto che la nostra è una economia che era già in forte sofferenza, che si è ridotta alla metà rispetto al 2012 o il 2013, ma ci sono ancora aziende operative, che con questo blackout non possono produrre od offrire servizi”, ha segnalato l'economista. Oliveros ha detto che il fattore più preoccupante è che, a causa della profonda recessione “non sarà facile ricostruire tutto quello che si è perso in questi giorni, perché l'economia è esanime: le banche non hanno capacità di credito, non ci sono capitali da investire e le assicurazioni sono in bolivar, e in questa iperinflazione quello che rimborsano non basta a niente”.

Lo scontro

Sul blackout, fra l'altro, si sta consumando l'ennesimo scontro fra il regime di Nicolas Maduro e il leader dell'opposizione, Juan Guaidò. Quest'ultimo sostiene che il problema non sia stato risolto, contrariamente a quanto affermato da Caracas. Poche ore dopo l'annuncio del ministro della Comunicazione, Jorge Rodriguez, secondo il quale l'erogazione elettrica, sospesa dal giovedì della settimana scorsa, è stata “ristabilita al 100%” e “su tutto il territorio nazionale“, Guaidò ha pubblicato su Twitter una mappa del Venezuela, nella quale è evidenziato lo stato della distribuzione dell'elettricità e l'acqua potabile nei 23 Stati in cui è diviso il Paese. La mappa pubblicata da Guaidò non indica Stati “senza servizio” elettrico, e registra invece due Stati “con servizio” (Amazonas e Falcòn), e quattro Stati con “servizio precario” (Zulia, Lara, Monagas e Nueva Esparta), mentre tutti gli altri Stati sono segnati come con “servizio parziale“. In quanto alla mappa sull'erogazione dell'acqua potabile, uno Stato (Delta Amacuro) è registrato come “senza servizio”, sette con “servizio parziale” (Amazonas, Apure, Guarico, Aragua, Anzoategui e Merida) e tutti gli altri con “servizio precario”.