E' scontro presidente-Corte suprema

Con una sentenza storica la Corte suprema dello Sri Lanka ha annullato la controversa decisione con cui il presidente Maithripala Sirisena ha sciolto il Parlamento e indetto nuove elezioni per 5 gennaio. 

La crisi

La massima autorità giurisdizionale del Paese è così entrata a gamba tesa nella crisi politica, iniziata quando Sirisena ha licenziato il premier Ranil Wickremesinghe sostituendolo con Mahinda Rajapaksa, fedelissimo del presidente. La statuizione, arrivata dopo due giorni di camera di consiglio, fa restare in carica il Parlamento che ha subito negato la fiducia al nuovo capo del governo. In base alla sentenza lo scioglimento delle Camere resterà sospeso sino al 7 dicembre. “Il popolo ha ottenuto la sua prima vittoria – ha esultato Wickremesinghe – andiamo avanti e ristabiliamo la sovranità della gente nel nostro amato Paese”. 

Il giudizio

Sirisena si era risolto a sciogliere il Parlamento dopo aver capito di non poter contare sul suo sostegno nell'operare il cambio al vertice all'esecutivo. Contro questa decisione sono state presentate numerose petizioni che la Corte esaminerà il 4, 5 e 6 dicembre, in un processo che rischia di sconvolgere le ambizioni politiche dello stesso Sirisena. A protestare, in particolare, sono stati il Partito nazionale unito, il Janatha Vimukthi Peramuna e un membro della commissione elettorale. 

Il presidente

Wickremesinghe, da parte sua, ha sostenuto che il suo licenziamento fosse incostituzionale e illegale, considerandosi ancora primo ministro. Sirisena ha difeso la decisione di sciogliere il Parlamento, spiegando di voler limitare gli scontri fra deputati. Sosteneva di avere prove che ci fosse il concreto rischio di incidenti in occasione del voto di fiducia, previsto per il 14 novembre. Il Procuratore generale dello Stato, da parte sua, ha difeso il decreto del presidente, spiegando che lo scioglimento delle Camere rientra nelle sue prerogative, previste dalla costituzione e chiedendo il rigetto dei ricorsi.