Dallo tsunami alla crisi sanitaria

Sale a oltre 420 morti e 154 dispersi il bilancio dello tsunami che ha colpito le isole di Giacarta e Sumatra, in Indonesia. Lo rende noto – secondo quanto riporta il Guardian – l'Agenzia indonesiana per la gestione delle calamità naturali.

Emergenza

I sopravvissuti, dopo il cataclisma, devono fare i conti con la carenza di acqua potabile e di medicinali. Gli operatori sanitari, intervenuti nelle isole dello Stretto della Sonda, distrutte dopo l'onda anomala scatenata dall'eruzione dell'Anak Karakatau, hanno lanciato l'allarme su una possibile crisi sanitaria. “Molti bambini sono malati, hanno la febbre, mal di testa e non hanno abbastanza acqua”, denuncia Rizal Alimin, un medico volontario in una scuola trasformata in rifugio di fortuna. Abu Salim, volontario dell'associazione Tagana, ha spiegato che gli operatori umanitari riescono a malapena a stabilizzare la situazione. “Oggi ci concentriamo sull'assistenza ai rifugiati che si trovano nei centri, installiamo cucine e distribuiamo attrezzature logistiche”, ha aggiunto. Le persone “non hanno ancora accesso all'acqua potabile, molti rifugiati sono andati in zone alte e non siamo stati in grado di raggiungerli“, ha spiegato.

Croce rossa

La Cooperazione italiana, su impulso del vice ministro agli Affari Esteri e Cooperazione Internazionale, Emanuela Del Re, ha disposto un finanziamento di emergenza in risposta ad un appello lanciato dalla Federazione Internazionale delle Società di Croce Rossa e Mezzaluna Rossa (Ficross). In una nota della Farnesina è detto che i fondi italiani contribuiranno alle attivita' di primissima emergenza – soccorso ed evacuazione dei feriti, fornitura di cibo, alloggi, e servizi medici di base – che l'organismo, in coordinamento con la Croce Rossa indonesiana, sta mettendo in campo a favore della popolazione colpita