Caso Khashoggi: “È stato un omicidio premeditato”

Le Nazioni Unite puntano il dito contro il principe ereditario dell’Arabia Saudita per l’omicidio del giornalista e dissidente Jamal Khashoggi. Secondo le 99 pagine del report ci sarebbero prove credibili del coinvolgimento del principe ereditario di Mohammed bin Salman. L’investigatrice incaricata dalle Nazioni Unite dell’indagine Agnes Callamard, ha dichiarato che la morte di Khashoggi “ha costituito un omicidio extragiudiziale, per il quale è responsabile lo Stato del Regno dell'Arabia Saudita“.

Le indagini

Parlando con Al Jazeera subito dopo la pubblicazione del rapporto, Callamard si è detta sicura della colpevolezza del regime saudita. “Non ho dubbi che l'omicidio del giornalista sia stato premeditato”, ha spiegato la donna. “Ci sono prove credibili. Garantisco ulteriori indagini sulla responsabilità individuale dei funzionari sauditi di alto livello, incluso il principe ereditario”. Il documento certificherebbe, inoltre, la presenza di almeno “15 persone coinvolte”.

Intercettazioni ambientali

Secondo il rapporto, sviluppato grazie alle prove della polizia turca e del servizio segreto, Khashoggi è stato iniettato un sedativo e poi soffocato con un sacchetto di plastica. Una intercettazione ambientale si sente una voce che minaccia il giornalista. “Dovremo portarti in Arabia. C'è un ordine da Interpol”. Il dissidente a quel punto risponde: “non c'è un accusa contro di me”, e avverte che le persone sono in attesa di lui davanti al consolato. A quel punto gli uomini intimano al giornalista di scrivere un messaggio al figlio, e discutono su cosa dovrebbe dire prima che una voce dica “taglia corto”. “C'è un asciugamano qui. Mi dai delle droghe?” Chiede Khashoggi. “Ti anestetizzeremo”, risponde un uomo. A quel punto nelle intercettazioni si sentono i rumori di una colluttazione, dopo di che un uomo chiede se sia svenuto.  

Le condanne

Il 15 novembre la procura generale dell’Arabia Saudita ha incriminato 11 persone per l’omicidio: per 5 di queste, ritenute essere esecutrici materiali dell’uccisione, è stata chiesta la condanna a morte. Le autorità di Riad, hanno sempre negato che nell’omicidio sia implicato il principe ereditario, Mohammed bin Salman.