Cambridge Analytica, ok a perquisizioni in sede

E'arrivato l'ok da parte del giudice Leonard alla perquisizione della sede londinese di Cambridge Analytica, la società coinvolta nello scandalo datagate in quanto sospettata di aver utilizzato i dati dei profili di ben 50 milioni di utenti del social network Facebook, i quali sarebbero stati sottratti per scopi di propaganda volta all'influenza dei voti sulla Brexit e per la campagna elettorale di Donald Trump. Il magistrato britannico ha dunque concesso il via libera all'authority britannica per la protezione dei dati personali a effettuare controlli sui server e negli archivi della società di consulenza politica. Un provvedimento atteso già nei giorni scorsi, quando l'eco mediatica dello scandalo aveva assunto proporzioni notevoli, spingendo il capo della sicurezza di Facebook, Alex Stamos, alle dimissioni e il Ceo dell'azienda, Mark Zuckerberg, a intervenire per spiegare quanto accaduto.

Musk boicotta Facebook

Mentre Cambridge analytica nega ogni irregolarità, come del resto anche Facebook, dicendosi pronta a consegnare il materiale richiesto annunciando una “piena collaborazione” con le autorità, il Senato Usa ha convocato con invito formale il fondatore del social a testimoniare in aula: “Su base bipartisan, riteniamo necessaria la testimonianza del signor Zuckerberg per capire meglio come la società stia pensando di riguadagnare la fiducia persa, mettere al sicuro i dati degli utenti e smetterla con risposte blande a una gamma di problemi”, come scritto dal repubblicano John Thune presidente della commissione. Nel frattempo, la piattaforma è stata oggetto di un nuovo duro colpo, portato dal numero uno di Tesla, Elon Musk, il quale ha seguito il consiglio dell'hashtag “whatsappiano” #deleteFacebook rendendo inaccessibile il profilo della società e anche quello di Space X della quale, così come per Tesla, ricopre l'incarico di amministratore delegato.

Il ruolo nella Brexit

Intanto, mentre Musk boicotta Facebook, una ex dirigente di C.A., Brittany Kaiser, rivela al 'Guardian' in che modo la società abbia svolto il suo ruolo nell'influenza dei voti per la Brexit, raccontando di alcuni incontri svolti con i rappresentanti di Leave.eu (fra le piattaforme che animarono la campagna in tempo di referendum) per un progetto di analisi sui dati dell'Ukip, il partito di Farage, principale promotore della piattaforma. Secondo il quotidiano britannico, quanto raccontato da Kaiser andrebbe a cozzare con quanto affermato da Nix durante un'audizione parlamentare, nella quale aveva specificato di non aver “mai lavorato con Leave.eu”.