C'è il “sì” di Bercow al terzo voto

C'è il via ibera dello speaker della camera dei Comuni, John Bercow, al terzo voto a Westminster sull'accordo Brexit della premier, Theresa May, con Bruxelles. 

Condizioni

Bercow, che aveva minacciato di fermare il voto nel caso la mozione governativa fosse risultata uguale alle precedenti, ha riconosciuto che “non è la stessa, o sostanzialmente la stessa”. 
Il documento che sarà messa ai voti – ha aggiunto- riguarderò solo l'accordo di ritiro e non la dichiarazione politica come i precedenti voti.

“Perdita di tempo”

Secondo i laburisti il terzo tentativo, però, sarà solo una “una completa perdita di tempo”. Il deputato Chris Bryant ha sottolineato che l'accordo di ritiro e la dichiarazione politica sulle relazioni future devono essere discussi insieme. Se questo non avverrà, sostiene, allora il dibattimento non avrà senso.

Bruxelles in attesa

La Commissione europea da parte sua, ha spiegato la portavoce Margaritis Schinas, ha preso atto dei “voti indicativi” espressi ieri dal Parlamento britannico, ribadendo che fanno parte del “processo politico interno del Regno Unito” “che rispettiamo pienamente”. Tuttavia, dopo “8 'no', ora abbiamo bisogno di un sì su come procedere”. La portavoce ha ricordato che l'Unione europea, al Consiglio della settimana scorsa, ha concesso una proroga di Brexit fino al 12 aprile nel caso in cui l'accordo di ritiro non ottenga il voto favorevole di Westminster. “Spetta al Governo britannico informarci sui prossimi passi”, ha aggiunto. Quanto alle possibili dimissioni di May, Schinas ha aggiunto che “il presidente Juncker ha ribadito più volte “il suo supporto e il suo rispetto” per il primo ministro britannico.