Brexit, colloqui finiti tra May e Corbyn

Si chiudono con un nulla di fatto i colloqui che avrebbero dovuto risolvere tutto. Parafrasando la terminologia calcistica, Theresa May e Jeremy Corbyn fanno zero a zero, riuscendo a uscire entrambi sconfitti dalla sessione di confronti che avrebbero dovuto confezionare un piano Brexit bell'e pronto per essere approvato dal Parlamento britannico che, di voto in voto, aveva via via ridotto il margine dei no sul dossier del divorzio presentato da May. Ora, però, la situazione rischia seriamente di precipitare: la premier aveva fissato una data limite, il 3 giugno, entro la quale l'accordo di uscita sarebbe stato redatto assieme ai laburisti e presentato al Parlamento, praticamene con l'approvazione in tasca. Ora però lo scenario cambia radicalmente, non solo perché i colloqui si sono bruscamente interrotti con più di due settimane di anticipo, ma anche perché Theresa May si è ritrovata a dover fare i conti con un fattore mai chiaro come ora: anche i Labour sono divisi internamente sulla questione Brexit.

Colloqui chiusi

In passato, Corbyn si era trovato in difficoltà sul punto in questione: fare la Brexit o addirittura tornare al voto popolare? Come nei Tory, anche nei Lab (per ragioni diverse) viaggiavano correnti di pensiero moderate e oltranziste, fra chi premeva affinché l'accordo fosse totalmente ripensato ripartendo dalla consultazione dei britannici e chi chiedeva una soft Brexit. Ora però, da conciliatori che erano, i colloqui si trasformano in un gioco a rimpiattino: Corbyn ha scritto una lettera a May attribuendo ai conservatori troppe divisioni sul tema, la premier ha replicato affermando che “non c'è una posizione comune nel Labour fra chi vuole attuare la Brexit e chi vuole tenere un secondo referendum che potrebbe rovesciarla”. Scambio di accuse reciproche che fanno riferimento entrambe a quello che, a ben vedere, risulta quasi un dato di fatto: tutti e due gli schieramenti non hanno ancora una strategia granitica sul fronte Brexit, il che è andato inevitabilmente a discapito degli incontri che avrebbero dovuto determinare il documento definitivo.

Due scenari

A questo punto, con May che ha già promesso di farsi da parte una volta chiusa l'annosa vicenda, esistono due possibilità: che i Labour si astengano dal voto (anche se Corbyn ha fatto sapere che voteranno contro salvo nuovi scenari), sancendo in questo modo la quasi certa approvazione visti i numeri (già) sensibilmente ridotti, oppure che votino a sfavore, costringendo May ad accartocciare anche l'ultimo dossier e a salutare immediatamente, senza lasciare in eredità al futuro primo ministro un Regno Unito con in tasca l'accordo di uscita. Dovesse andare così, con l'Europa spettatore immobile la hard Brexit sarebbe quasi matematica.