Blitz nel campus: scene di guerra a Hong Kong

Non è durata nemmeno una giornata la tregua per Hong Kong, piombata nuovamente nel caos delle proteste e, questa volta, costretta a fare i conti con un ultimatum da spavento da parte della Polizia. Non sono rimaste senza conseguenze, infatti, le frecce scagliate (letteralmente) verso gli agenti che, dopo aver avuto a che fare con lanci di mattoni, molotov e altri oggetti pericolosi, hanno dato il proprio aut aut ai manifestanti, annunciando che se dovessero essere usati ancora simili “armi letali” la Polizia farà ricorso a ogni genere di risposta, compreso l'uso di armi da fuoco. E' la prima volta, dall'inizio delle proteste, che le Forze dell'ordine della città lanciano un monito simile, arrivato dopo le caotiche manifestazioni delle scorse ore, che hanno fatto seguito a un sabato trascorso abbastanza pacificamente: “Se i manifestanti continuano con azioni pericolose – ha detto il portavoce della Polizia, Louis Lau -, non potremmo avere altra scelta che ricorrere all'uso minimo della forza, inclusi i colpi di arma da fuoco”.

Avvertimenti

Un avviso chiaro ai dimostranti che, d'ora in avanti, non avranno più a che fare con percezioni di pericolo ma con un avvertimento vero e proprio. Hanno fatto in breve tempo il giro del web le immagini che ritraevano un poliziotto intento a tamponare la ferita provocata da una freccia piantata nel polpaccio ma non è stato, a ogni modo, l'unico episodioche ha caratterizzato la giornata di Hong Kong: un veicolo blindato, infatti, è stato incendiato, mentre l'università è stata teatro di un intenso scontro (soprattutto nella zona di Kowloon, dove si trova il Politecnico PolyU) fra manifestanti e Forze dell'ordine, che hanno tentato di sgomberare i presidi concedendo agli studenti alcune ore per farlo di spontanea volontà. All'alba, tuttavia, la Polizia ha agito facendo irruzione nel campus da dove sembra sarebbero state udiete anche alcune esplosioni.

Non solo guerriglia

Più che una guerriglia urbana, sulle rive del Porto profumato si sono viste scene di guerra vera e propria, tra cannoni ad acqua (con liquido blu per l'identificazione dei manifestanti colpiti), frecce scagliate e addirittura alcune catapulte con le quali i dimostranti hanno scagliato bombe molotov contro gli agenti in tenuta antisommossa. Una battaglia come non se ne vedevano da diversi giorni in città, andata avanti per ore. Una situazione che, quasi sicuramente, non lascerà indifferente Pechino e il timore di chi protesta riguarda proprio un possibile intervento militare, stavolta definitivo, del governo centrale. Quella di sabato infatti, coi militari intervenuti per rimuovere mattoni e detriti, non è stato che un primo tacito avvertimento sulla forza che, eventualmente, la Cina può essere in grado di scatenare.