Bin Salman creò un team contro i dissidenti?

Un anno prima della morte di Jamal Kashoggi, il principe ereditario, Mohammed bin Salman, avrebbe autorizzato campagna segreta per mettere a tacere i dissidenti, usando la sorveglianza, i sequestri, la detenzione e la tortura. Lo scrive il New York Times citando dirigenti americani che hanno letto rapporti di intelligence segreti.

Dissidenza nel mirino

Almeno alcune delle missioni clandestine sarebbero state eseguite da membri dello stesso commando che uccise e smembrò il corpo di Khashoggi, circostanza che sembra inquadrare l'omicidio in una campagna più ampia per mettere a tacere i dissidenti sauditi. I membri della squadra che avrebbe eliminato il cronista sarebbero coinvolti in almeno una dozzina di operazioni a partire dal 2017. Alcune di queste avrebbero comportato il rientro forzato di cittadini sauditi da altri Paesi arabi, la loro detenzione e abusi sui prigionieri in palazzi appartenenti al principe ereditario e a suo padre, il re Salman, secondo le fonti del Nyt.

Testimone

Uno dei detenuti, un docente universitario di linguistica che aveva scritto un blog sulle donne in Arabia Saudita, tentò di suicidarsi lo scorso anno dopo essere stato sottoposto a tortura psicologica, secondo rapporti di intelligence e altre fonti informate. Il team di intervento rapido era stato così occupato che lo scorso giugno avrebbe chiesto ad un alto consigliere del principe bin Salman se potesse ricevere dei premi per Eid al-Fitr, la festività che segna la fine del Ramadan.

Casa Bianca in imbarazzo

I dettagli delle operazioni sarebbero stati forniti da dirigenti americani che avrebbero letto relazioni di intelligence, ma anche da sauditi con conoscenze dirette di alcune “missioni”. Un portavoce dell'ambasciata saudita a Washington si è limitato ad osservare che Riad “prende molto seriamente qualsiasi accusa di maltrattamento di imputati in attesa di processo o prigionieri che stanno scontando delle sentenze”. Le rivelazioni del Nyt mettono nuovamente in imbarazzo Donald Trump e la sua amministrazione, che finora hanno condiviso la linea di bin Salman, dichiaratosi estraneo al delitto Khashoggi.