BIMBO SIRIANO ANNEGATO SULLA SPIAGGIA TURCA: LA FAMIGLIA DOVEVA RAGGIUNGERE IL CANADA

E’ stato trovato sulla riva della spiaggia di Bodrum in Turchia,immobile, con la faccia rivolta verso la sabbia e l’acqua del mare che lo bagnava appena. Addosso aveva ancora le scarpe e quel completino di bermuda blu e maglietta rossa con cui era partito per un viaggio di speranza insieme alla sua famiglia. Questa è l’immagine del piccolo profugo siriano che da alcune ore corre veloce da una parte all’altra dell’universo, passando dai giornali ai social network. Una foto storica, simbolo della tragedia dei migranti e della decisione dei media di guardarla in faccia questa tragedia.

Il piccolo Aylan Kurdi è stato ritrovato senza vita sulla spiaggia di quello che viene chiamato il paradiso turistico della Turchia. Il primo a diffonderne le immagini è stato il quotidiano britannico “The Indipendent”. “E’ troppo facile dimenticare la realtà di una situazione disperata che molti rifugiati devono affrontare”, scrive il giornale spiegando una scelta non scontata e lanciando, con una domanda, un appello: “Se queste immagini straordinariamente potenti di un bimbo siriano morto su una spiaggia non cambiano l’atteggiamento dell’Europa nei confronti dei rifugiati cosa può farlo?”.

Una foto “scioccante” che racconta la “tragica epopea dei rifugiati”, scrive The Guardian. Il Mail online sceglie di sgranare l’immagine. Per l’Huffington Post Gb questa è “la guerra siriana in una foto”. The Telegraph titola :”L’immagine del bambino siriano morto cattura la tragedia umana della crisi dei migranti”. Perfino Twitter cambia linguaggio, e c’è chi scrive “preghiamo per la sua anima innocente. Ogni giorno siamo impotenti di fronte a questo”. In giornata poi è giunta la notizia che anche la mamma e il fratellino di 5 anni del piccolo Aylan sono morti annegati ieri. Lo ha riferito il padre dei bimbi, spiegando che avrebbero dovuto raggiungere il Canada per abbandona Kobane, l’enclave curda nella Siria del nord che per mesi è stata terreno di aspri combattimento con i jihadisti.