Attacco dei droni: Maduro ora accusa Borges

Nicolas Maduro accusa l'ex presidente del Parlamento venezuelano Julio Borges per le esplosioni di droni durante la parata di sabato scorso a Caracas, che il leader chavista considera un attentato alla sua persona. 

I terroristi

Maduro ha poi nuovamente chiamato in causa la Colombia, sostenendo che l'attacco sia stato eseguito da terroristi addestrati nel vicino Paese sudamericano. In particolare, ha spiegato, “nel Nord di Santander, nel villaggio di Chinacota, come hanno dichiarato essi stessi”, negli interrogatori dopo l'arresto. Nelle loro comunicazioni, ha aggiunto Maduro, si facevano chiamare “gruppo numero 2, gruppo coraggioso“.

Confessione?

Il giallo sul presunto attacco contro Maduro si è arricchito poi delle dichiarazioni di Salvatore Lucchese, ex capo della polizia municipale veneuelana e attivista anti-governo, che in un'intervista rilasciata alla Reuters avrebbe confessato di aver collaborato nell'organizzazione dell'attentato. Da Bogotà, in Colombia, dove si tiene in contatto con l'opposizione, Lucchese ha dichiarato alla Reuters di aver orchestrato l'attacco con un'associazione di militanti anti-Maduro, genericamente nota in Venezuela come la “resistenza”. La Reuters specifica di non aver potuto verificare in modo indipendente le dichiarazioni di Lucchese, in passato finito in carcere in Venezuela per la partecipazione a proteste contro il governo. “La lotta armata continuerà“, ha avvertito Lucchese. Maduro ha puntato il dito contro la Colombia per l'esplosione dei droni, sabato scorso, davanti alla tribuna da cui teneva un discorso a Caracas. Nel suo messaggio tv, Maduro ha anche menzionato Lucchese, legandolo al nuovo presidente colombiano, Ivan Duque. Bogotà ha, tuttavia, respinto tutte le accuse.