Alan Kurdi, l'accordo: migranti in quattro Paesi

E'stato risolto lo stallo della “Alan Kurdi”, la nave di Sea Eye da alcuni giorni in attesa al largo di Malta di sbarcare i 64 migranti a bordo, salvati nel Mediterraneo, in zona Sar libico. Tutte le persone imbarcate sulla nave della ong tedesca verranno sbarcate sull'isola e, successivamente, ridistribuite tra Germania, Francia, Portogallo e Lussemburgo. Ad annunciarlo è stato lo stesso premier maltese, Joseph Muscat, spiegando con un tweet le modalità di ripartizione e il risultato ottenuto con “un efficace coordinamento della Commissione europea e Malta”. L'isola non rientrerà dunque nei Paesi che accoglieranno i migranti, dal momento che, ha spiegato Muscat, “non può assumersi questo onore da sola”.

L'ultimo appello

Sulla nave, al momento, ci sono 62 persone dal momento che, nei giorni scorsi, due di loro (fra cui una donna incinta) erano state sbarcate per motivi sanitari, l'ultima a causa di una grave crisi epilettica. Anche in seguito a questo episodio, la situazione a bordo si è fatta estremamente tesa, con il capitano Werner Czerwinski, che aveva lanciato un nuovo appello alla Comunità internazionale, viste anche le condizioni di chi era ancora imbarcato sulla “Alan Kurdi”: “Molti di loro hanno avuto il mal di mare e si sono ripresi solo lentamente. Hanno visto che due donne sono crollate e hanno dovuto essere evacuate. Questa non è una condizione adeguata per persone che hanno vissuto esperienze così terribili e non è una condizione adeguata nemmeno per il mio equipaggio”.

Salvini: “Ottime notizie”

La risoluzione della vicenda ha incontrato l'approvazione del ministro dell'Interno Matteo Salvini: “Ottime notizie! Come promesso, nessun immigrato a bordo della nave Alan Kurdi arriverà in Italia. Verranno trasferiti in altre nazioni europee, a partire dalla Germania che è il paese di quella ong”. E il vicepremier riserva sostegno anche al premier maltese: “La Valletta fa benissimo a denunciare la pressione indebita e pericolosa delle Organizzazioni non governative. La vicenda della Alan Kurdi rafforza la collaborazione tra Italia e Malta contro i trafficanti di esseri umani: non possiamo essere lasciati soli a fronteggiare sbarchi e trafficanti di esseri umani. Ribadiamo, con forza, che le Ong non sono al di sopra della legge. Noi e Malta siamo stati i primi a dirlo, e ora se ne accorgono in tutta Europa”.