Afghanistan al voto, esplosione in moschea

Sono almeno 15 le persone ferite, 3 in modo grave, in una moschea a Kandahar questa mattina, mentre erano in corso le elezioni per eleggere il prossimo presidente dell'Afghanistan. I seggi sono aperti da questa mattina alle ore 7 (ora locale) e sono almeno 9 milioni gli afghani chiamati a votare. Le elezioni hanno comportato l'allestimento di oltre 5.000 seggi fra moschee, scuole ed ospedali e prevedono un dispiegamento di forze di sicurezza senza precedenti vòlte a scongiurare l'ondata di violenze nel Paese. Le ultime elezioni risalgono al 2014 e, in quel frangente, gli scontri furono aspri e violenti.

I due volti del futuro afghano

A contendersi il destino di un Paese martoriato come l'Afghanistan, lacerato fra le forze lealiste e i ribelli talebani, che accusano Kabul di essersi “vendute” agli Stati Uniti, sono il presidente uscente, Ashraf Ghani e il capo dell'esecutivo, Abdullah Abdullah: due volti che hanno condotto la politica del Paese negli ultimi anni, cercando di preservare la democrazia, sempre più venata dai dissidi interni. Per questo, le elezioni in corso, nelle quali si è registrata una diminuzione delle violenze di circa il 90% rispetto al 2014, saranno decisive per tracciare l'identità dell'Afghanistan nei prossimi anni. Per evitare brogli elettorali, l'accusa che pesa di più su questa tornata elettorale, è stato progettato un sistema di identificazione biometrica che include il riconoscimento di impronte digitali, occhi e viso, per impedire alle persone di votare più volte o al posto di altri.