Accordi di Parigi, Usa: primo passo verso l'addio

Inizia anche in via ufficiale il percorso di sganciamento degli Stati Uniti dall'accordo sul clima di Parigi. Una decisione arrivata in realtà già da un pezzo, visto che il presidente Donald Trump l'annunciò nel 2017, ma che ora compie il primo passo effettivo verso la completa applicazione, considerando che gli Usa hanno informato le Nazioni Unite della loro intenzione di recedere dagli accordi. Ora, servirà un ulteriore anno affinché il tutto sia definitivo: “Il ritiro entrerà in vigore un anno dopo la notifica”, ha detto il segretario di Stato Mike Pompeo, confermando che l'addio definitivo sarà il 4 novembre 2020, esattamente un giorno dopo le elezioni presidenziali che dovranno stabilire se il Tycoon siederà ancora per quattro anni alla Resolute Desk dello Studio Ovale.

L'accordo

Al di là dei tempi tecnici, la scelta degli americani di ritirarsi dagli accordi del 2015 sul clima la dice lunga sulle divergenti vedute tra gli Stati Uniti e il resto dei Paesi della Convenzione quadro delle Nazioni Unite sui cambiamenti climatici (Unfccc), i quali hanno sottoscritto quattro anni fa l'intesa per limitare le emissioni di gas serra e l'impiego di combustibili fossili, allo scopo di limitare gli effetti del cambiamento climatico, in primis il riscaldamento globale. Un tema sul quale Donald Trump si è sempre mostrato scettico, preferendo portare avanti il modello Usa che, nell'annunciare il passo ufficiale verso l'addio agli accordi, Pompeo torna a sottolineare, rivendicando “risultati che parlano da soli: le emissioni di inquinanti atmosferici che hanno impatto sulla salute umana e sull'ambiente sono scese del 74% fra il 1970 e il 2018. Le emissioni di gas serra sono calate del 13% fra il 2005 e il 2017, anche se l'economia è cresciuta del 19%”.

L'addio

In sostanza, gli Stati Uniti riterrebbero la situazione meno grave del previsto, pur in un momento storico in cui le condizioni climatiche del nostro Pianeta rappresentano un argomento estremamente sensibile, specie in virtù del fronte di protesta giovanile nato sulla scia della manifestazioni solitarie di Greta Thunberg. Del resto, alla questione Donald Trump ha dimostrato di non crederci molto già a partire dalla campagna elettorale del 2016, quando praticò aspramente l'accordo sottoscritto da Obama definendo penalizzante la politica ambientale adottata dagli Stati Uniti. Se sarà ancora al timone del Paese quando lo sganciamento definitivo avverrà, non è però ancora dato saperlo.