11 settembre, Trump: “Quando l’America è unita non c’è nessuno che possa distruggerla”

Donald Trump ha scelto il Pentagono per commemorare le vittime degli attacchi dell’11 settembre 2001. Lì, nel quartier generale delle forze armate Usa, il presidente americano ha ricordato che la guerra al terrorismo non si è conclusa con la morte di Osama Bin Laden e il depotenziamento di Al Qaeda. Ma prosegue, giorno per giorno, al prezzo di enormi sacrifici in termini di vite umane.

Il leader della Casa Bianca, che da newyorchese ha vissuto di persona la tragedia delle Torri Gemelle, ha quindi ricordato i “7000 soldati americani morti” per combattere la piaga della jihad, in Afghanistan, Iraq e nei nuovi teatri di guerra del Medio Oriente, da dove l’Isis (il nuovo nemico) ha lanciato i suoi attacchi contro l’occidente. “I terroristi che ci hanno colpiti pensavano di metterci paura e di indebolire il nostro spirito – ha detto – ma l’America non può essere intimidita e quanti ci provino sono destinati alla sconfitta per il solo fatto di aver osato sfidare il nostro coraggio“. Quando l’America è unita, ha sottolineato richiamando ancora una volta l’orgoglio nazionale, “non c’è nessuno che possa distruggerla“. Trump ha quindi promesso di voler fare di tutto per onorare il sacrificio di quanti “hanno fatto di tutto per garantire sicurezza alla nostra gente”.

Grazie all’instancabile opera delle forze armate, ha spiegato, oggi non c’è più alcun luogo in cui Al Qaeda e gli altri gruppi terroristici possono sentirsi al sicuro. Non ci sono più “santuari” dai quali lanciare attacchi simili a quelli dell’11 settembre 2001. “Abbiamo fatto capire a questi barbari assassini – ha insistito – che non esiste un posto lontano dalla nostra portata“.

Di simile tenore anche l’intervento del segretario di Stato, Rex Tillerson. “Benché il nostro Paese sia stato ferito quel giorno – ha detto – oggi ricordiamo al mondo che il terrorismo non sconfiggerà mai gli Usa. Oggi ricordiamo le vittime dell’attacco terroristico dell’11 settembre 2001, e onoriamo gli eroi che valorosamente hanno salvato molte vite quel giorno, anche sacrificando le proprie. Il loro coraggio è un esempio del carattere del popolo americano di fronte al male“.

Lacrime e commozione anche a Ground Zero (a Manhattan) dove sorgeva il World Trade Center. Dopo l’inno nazionale americano è cominciata la consueta e struggente lettura dei nomi delle quasi tremila persone morte nel crollo delle Torri Gemelle. La lettura è stata interrotta come sempre dal suono di una campanella e da sei momenti di silenzio per ricordare i due schianti contro le torri, il loro crollo, l’attacco al Pentagono e lo schianto del volo 93 della United Airlines in Pennsylvania. “We love you e we miss you”, “vi vogliamo bene e ci mancate tanto”, la frase di molti familiari alla lettura dei nomi. Sul palco anche molti adolescenti il cui ricordo del genitore perso può solo essere una foto. Alla cerimonia di quest’anno sono state invitate anche le famiglie dell’attacco al World Trade Center del 1993, quando un camion fu fatto esplodere sotto la Torre nord.