L’Onu condanna l’attacco terrorista alla sinagoga e lancia un appello per la pace

Il Consiglio di sicurezza dell’Onu lancia un appello per la pace a due giorni dall’attacco terroristico nella sinagoga di Gerusalemme. Il Consiglio ha unanimemente condannato “l’esecrabile attacco terrorista” di martedì facendo appello ai responsabili israeliani e palestinesi affinché ristabiliscano la pace. In una dichiarazione, i 15 membri del Consiglio di sicurezza hanno espresso le loro preoccupazioni riguardo all’accelerazione delle tensioni tra le due popolazioni. Rivolgendosi poi alla possibilità di rappresaglie da parte di Israele, il Consiglio ha anche “ricordato che gli Stati devono assicurarsi che le misure prese per combattere il terrorismo siano conformi agli obblighi inscritti nella legislazione internazionale”.

All’indomani del massacro – costato la vita 7 persone, tra i quali 4 rabbini e i 2 attentatori uccisi dalla polizia israeliana – il premier israeliano Benyamin Netanyahu ha convocato una consultazione urgente con i responsabili alla sicurezza. “Reagiremo duramente – si legge in un comunicato – alla crudele uccisione di ebrei che si erano recati a pregare, da parte di biechi assassini”. Accuse sono state mosse anche al presidente palestinese Abu Mazen e Hamas quali responsabili dell’attacco, “che è stato una conseguenza diretta del loro incitamento… un incitamento che la comunità internazionale ha irresponsabilmente ignorato” ha concluso Netanyahu. “È una campagna deliberata e non una serie accidentale di eventi” aggiunge poi il presidente israeliano Reuven Rivlin, riferendosi agli attentati delle ultime settimane a Gerusalemme”.

Il presidente americano Barack Obama, nel condannare “l’orribile attacco terroristico”, ha incitato le parti a “calmare le tensioni”. “Non ci sono giustificazioni per questi attacchi contro innocenti civili” ha affermato Obama in un comunicato. “In questo momento delicato a Gerusalemme, è tanto più importante per i leader israeliani e palestinesi e per i cittadini, lavorare insieme e in collaborazione per abbassare la tensione, rifiutare la violenza e un percorso in avanti verso la pace”, ha concluso il presidente Usa. Il presidente palestinese Abu Mazen, da parte sua, ha condannato “l’uccisione dei fedeli ebrei a Gerusalemme e di altri civili ovunque essi siano”, ma, allo steso tempo ha chiesto alla comunità internazionale che Tel Aviv “ponga fine alle incursioni alla Spianata delle Moschee, alle provocazioni da parte dei coloni e all’incitamento (alla violenza) da parte di alcuni ministri del governo israeliano… è tempo di porre fine all’occupazione (israeliana dei Territori) e di porre fine a tutto ciò che causa violenza e tensione”.