Il vero messaggio lanciato da Draghi

Ecco, se l’irrituale – ovvero le scuse “per non avere tenuto una conferenza stampa il 5 gennaio scorso, dopo le decisioni del Consiglio dei ministri”, rubricando l’incontro con i media come “riparatorio” – diventa sostanza, significa davvero qualcosa. Soprattutto è l’indice di quanto il premier, Mario Draghi, avverta la difficoltà nel dover guidare il governo, mentre tutti guardano al Quirinale. E’ un po’ come se lui si sentisse il dito di chi guarda la luna. La liturgia della politica, a volte, non contempla gli umori e i malumori, determinanti, invece, per l’opinione pubblica. Del resto il passaggio nel quale si muove Draghi è stretto e, al contempo, anche complesso. Però, quanto squadernato ieri dall’inquilino di Palazzo Chigi, inciderà, e non poco, sul dibattito politico, sapendo che se non dipende tutto da ciò, poco ci manca.

E quindi non stupisce il fatto che il premier, sui no Vax, non sia affatto conciliante. “I problemi dipendono in gran parte dai non vaccinati. I due terzi dei posti in terapia intensiva sono occupati dai no Vax. Dove ci sono meno no Vax, i colori delle regioni consentono agli italiani di essere più liberi”. Oltre alla sintonia con il Colle, nelle parole di Draghi c’è una linea netta di demarcazione fra chi rema contro e chi a favore.

Il premier, però, delude le attese di chi si aspettava una sua “rinuncia” per il Quirinale: “Non rispondo alle domande sul Quirinale. Il Governo va avanti bene. Quando si introducono provvedimenti di questa portata occorre cercare di arrivare all’unanimità della coalizione, purché i provvedimenti abbiano senso”, insiste il premier, “contro il Covid servono vaccini, prudenza, fiducia e unità. Anche sulla giustizia ci furono discussioni, ma poi la maggioranza trovò l’intesa. In maggioranza le diversità di vedute sono naturali. L’importante è che ci sia voglia di lavorare insieme e di arrivare a soluzioni condivise. Finché c’è quella il governo va avanti bene”. Ecco, se vogliamo il vero messaggio di Draghi è questo, sta tutto in quel passaggio. Resto se c’è l’intesa. Lascio altri ad occuparsi del Quirinale. E, forse, non è affatto un male. Ovviamente retroscenisti a gettone e Quirinalisti d’occasione sono rimasti molto delusi, senza nemmeno nasconderlo. Il gioco dell’oca piace tanto a chi va nei salotti televisivi, ma non serve affatto al Paese. All’Italia serve un governo stabile e un Quirinale saldo nel tenere dritta la barra. E pazienza se lo staff di Draghi aveva imposto l’embargo sulle elezioni per il Colle, irrituale ma non certo fuori dal mondo su, dobbiamo pur sempre considerare il contesto generale. Forse sarebbe un bel contributo alla chiarezza.

Sull’economia, invece, Draghi conferma le stime per una crescita del Pil del 4-4,5%. Il Governo ha già dato sostegni all’economia con la legge di bilancio, ma non è escluso l’utilizzo di altre risorse. Sono in corso “riflessioni” anche sull’ipotesi di uno scostamento di bilancio. Per quanto riguarda il caro bollette, non sono esclusi ulteriori provvedimenti, oltre ai 3,5 miliardi già stanziati. Draghi chiede “a chi ha fatto grandissimi profitti di condividerli con il resto della società”. Il premier italiano non esclude che un gruppo di Paesi Ue possa decidere di fare stoccaggi e acquisti di gas in comune. Draghi conclude invitando gli italiani a vaccinarsi senza indugi: “Nel 2021 i morti sono inferiori al 2020. Ringrazio chi ha fatto la terza dose di vaccino. Gli hub vaccinali saranno aperti anche di notte. Abbiamo superato nei mesi scorsi sfide difficili, grazie alla determinazione e all’impegno di cittadini, parti sociali, istituzioni, governo, Parlamento ed enti territoriali. Abbiamo tutti i motivi per pensare che ci riusciremo anche questa volta”. Insomma, è un po’ come con il virus, con Draghi dobbiamo imparare a convivere. A lungo anche.