Vai in vacanza e ritrovi te stesso

Con l’estate arriva il momento delle vacanze, che quest’anno ha un sapore particolare a causa della pandemia del Coronavirus. Dopo un lungo inverno, durante il quale siamo rimasti chiusi in casa, la ripresa coincide per molti, ma non per tutti, con il periodo delle ferie. La crisi sanitaria a cui si accompagna la crisi economica colpisce tante famiglie ed è in aumento il numero di coloro che non hanno la possibilità di lasciare per qualche giorno la propria casa, rinunciano ai viaggi fuori della propria città. Questa crisi ci fa scoprire un aspetto nuovo del tempo libero caratterizzato dalla sobrietà, dall’essenzialità, dal gusto dell’incontrarsi e dello stare insieme con i parenti e gli amici.  Per molti invece c’è il rischio di passare dalla catena di montaggio del lavoro all’industria del tempo libero, che incatena a una serie di abitudini che svuotano di senso le diverse opportunità di crescita personale e sociale.

Il tempo libero invece di essere un tempo liberato, uno spazio di libertà, una ri-creazione della nostra umanità, rischia di renderci schiavi del conformismo, della distrazione, dell’evasione, della trasgressione. La vacanza non è un tempo vuoto, ma un’occasione per andare più a fondo al cuore della propria vita. Don Luigi Giussani sosteneva che quello che una persona veramente vuole lo si capisce non da ciò che è obbligato a fare, dalle convenienze o dalle necessità sociali, ma da come usa il suo tempo libero. La vacanza è il momento in cui uno più liberamente può prendere coscienza di sé.  Le vacanze non possono ridursi a evasioni che lasciano più stanchi e vuoti di prima, ma vanno considerate occasioni per arricchire sé stessi, un segno di speranza per la ricostruzione e la ripresa di sé stessi, per trovare spazi per la crescita spirituale. Nelle vacanze bisogna ritrovare il gusto di dare spazio a tutte quelle attività gratuite (leggere un libro che appassiona, ascoltare musica, contemplare paesaggi naturali e architettonici, fare sport, andare in pellegrinaggio a un santuario) che alimentano nel cuore dell’uomo un desiderio di quella dimensione che trascende la materialità e la banalità in cui siamo immersi. Il periodo delle ferie ci offre l’opportunità di farci comprendere che c’è un tempo per lavorare e un tempo per riposare, uno per dedicarsi alle attività materiali e un altro per dedicarsi a ritrovare l’armonia nella propria vita, un tempo per parlare e un tempo per assaporare il silenzio. Nel mondo convulso e frenetico in cui viviamo diventa una necessità potersi ritemprare nel corpo e nello spirito, attraverso spazi più ampi di preghiera e di meditazione, per crescere nel rapporto personale con Cristo.

Non è quindi un caso che gli ultimi papi da Paolo VI a Giovanni Paolo II, da Benedetto XVI a Papa Francesco, soprattutto nelle riflessioni in occasioni degli Angelus, estivi hanno sviluppato quello che si può definire un magistero, anche se minore, delle vacanze, presentate non come un tempo di assenza e di vuoto, ma come un tempo di rigenerazione, umana e spirituale. Il 17 luglio 2005 Papa Benedetto XVI, da Les Combes in Valle d’Aosta, spiegò così il significato delle ferie estive: «Il tempo delle vacanze offre opportunità uniche di sosta davanti agli spettacoli suggestivi della natura, meraviglioso “libro” alla portata di tutti, grandi e piccini. A contatto con la natura, la persona ritrova la sua giusta dimensione, si riscopre creatura, piccola ma al tempo stesso unica, “capace di Dio” perché interiormente aperta all’Infinito. Sospinta dalla domanda di senso che le urge nel cuore, essa percepisce nel mondo circostante l’impronta della bontà, della bellezza e della provvidenza divina e quasi naturalmente si apre alla lode e alla preghiera».

Una vacanza può diventare un tempo pieno di senso che dà gusto alla vita, un passo nel cammino verso una conoscenza maggiore di sé, nella relazione tra il proprio io e gli altri e con il Mistero che ci circonda, che si rivela attraverso la bellezza del creato ,  dei monumenti e dei beni culturali e artistici  opera del genio umano e nella solidarietà  animata dall’amore gratuito.