Una scelta luminosa

In un momento di grandi tensioni nel Mediterraneo in cui guerre di religione, violenze inaudite, accendono drammi cruenti, soprattutto nella parte più orientale del nostro pianeta, un esempio di accoglienza incondizionata dell’altro, anche quando questo è portatore di una diversa fede religiosa, diventa edificante e ci apre ad orizzonti di pace. Questo è stato il gesto e la scelta così luminosa dei genitori di François, dove la mamma è cattolica e il padre un musulmano molto conosciuto.

Nella nostra società che appare sempre più dominata dall’individualismo e da un’assenza di valori, sapere che anche all’interno di una famiglia è possibile, nel più profondo rispetto reciproco, la pratica di “credo” diversi, legati a differenti identità culturali, l’una musulmana e l’altra cattolica, è per tutti noi una lezione d’amore e di attenzione alla libertà dell’altro.

E’ tempo che tutti cogliamo ormai il senso del dialogo non solo come sintesi tra culture differenti ma anche come prospettiva di apertura verso nuove intuizioni e conoscenze. Il dialogo è ricchezza, è rendere fertile un discorso che potrebbe diventare sterile e arido, è ricerca di armonia, è confronto tra valori, è celebrazione della duttilità della nostra intelligenza.

Ma in un momento come questo la lotta all’integralismo diventa una strategia per rendere possibile un ideale di pace: il dialogo interreligioso può aprire a prospettive di intesa e di condivisione che determinino il superamento di assurdi fanatismi di stampo medievale. Papa Francesco quotidianamente ci dà lezioni, nella sua grande umiltà, di apertura e di riconoscimento nell’altro di un fratello, anche se portatore di diversità culturali, fisiche, sociali, di disabilità. Ci fa capire una cosa: non siamo noi a dover giudicare i comportamenti che a volte ci sembrano sbagliati e incomprensibili, ma accogliere con lo stesso amore anche chi sbaglia, chi cade, perché a tutti è data la possibilità del perdono e della redenzione.

Dovremmo cercare di mettere in pratica nella quotidianità questo slancio verso l’altro con un sentimento incondizionato di carità e di generosità che inevitabilmente contagerà quel “prossimo” che incontreremo sulla nostra strada. Il dialogo costruttivo non va confuso con il sincretismo religioso, cioè con l’approssimativa contaminazione tra diversi “credo”. Il sincretismo trova seguito in certi movimenti di tendenza e risponde all’esigenza, avvertita soprattutto da coloro che si sentono smarriti, di trovare una risposta alle esigenze dello spirito al di là delle religioni tradizionali, messe talvolta in discussione dai cambiamenti vorticosi in atto. Il vero dialogo interreligioso è rispetto per le diverse posizioni senza ricerca di assurde omogeneizzazioni, anzi dovrebbe diventare desiderio di approfondimento della propria fede, di conoscenza diretta delle più antiche testimonianze relative alla sua origine.