Solidarietà: ecco perché dovrebbe essere un dovere di tutti

Oggi, 20 dicembre, si celebra la Giornata internazionale della solidarietà umana, voluta dalle Nazioni Unite per ricordare l’importanza dell’universale valore che dovrebbe essere alla base delle relazioni tra i popoli per costruire una società migliore, basata sulla fraternità, la reciprocità, la giustizia sociale, l’equità e lo sviluppo sostenibile, che sono fondamentali per vivere in pace e armonia, come una famiglia umana.

Il concetto di solidarietà risale al diritto romano per definire le “obbligazioni in solido” – «in solidum obligari» -, titoli in cui diversi debitori si impegnavano a pagare gli uni per gli altri e ognuno per tutti una somma presa in prestito o dovuta. Quindi se uno non pagava allora pagavano gli altri, tramite la condivisione della responsabilità. Fu in seguito all’opera dei sociologi di metà ottocento – in particolare Comte e Durkheim – che il termine solidarietà cominciò ad essere usato nella sua accezione moderna per esprimere l’idea di una fratellanza universale degli uomini. Da ultimo, sempre più con essa si intende una sollecitudine verso gli svantaggiati, l’aiutare il prossimo. Oggi la solidarietà è considerata dai più come un comportamento da brave persone, ma sempre un qualcosa in più, non dovuto.

Il termine solidarietà è presente anche nella nostra Costituzione, all’inizio. Nel secondo principio fondamentale, all’articolo 2, dopo che si riconoscono e garantiscono i diritti fondamentali dell’uomo, si “richiede l’adempimento dei doveri inderogabili di solidarietà politica, economica e sociale”. Dunque la legge fondamentale della nostra Repubblica stabilisce che la solidarietà è un dovere. Per di più “inderogabile”, tassativo. E perché? Perché i nostri padri costituenti sapevano per una giusta convivenza sociale era necessaria sia la partecipazione alla vita pubblica (solidarietà politica), sia il pagamento delle tasse (solidarietà economica) per provvedere ai bisogni essenziali di tutti, abbienti e meno abbienti, sia il farsi carico delle le persone in difficoltà (solidarietà sociale). La nostra Costituzione sancisce che questo genere di solidarietà non è facoltativa, ma è un obbligo di tutti i cittadini.

Oggi in un mondo globalizzato, sempre più piccolo ed interdipendente la solidarietà umana è un dovere cui sono obbligati tutti gli Stati. Don Oreste Benzi riprendeva il concetto di interdipendenza – distinguendolo sia dall’indipendenza che dalla dipendenza – per spiegare la “società del gratuito”, una società in cui ogni persona detiene il bene delle altre persone. Lo stesso Papa Francesco ha ricordato che la solidarietà è “una delle parole-chiave del magistero di Giovanni Paolo II. Una parola che qualcuno ha forse pensato dovesse tramontare, ma che in realtà conserva oggi tutta la sua forza profetica”.