Segni di risveglio nella vita nazionale

Mio padre, persona di campagna, mi ripeteva ogni volta che poteva che le fasi della vita delle persone o delle comunità sono essenzialmente influenzate da quello che decidiamo e facciamo prima che le cose accadono e non banalmente per fortuna o sfortuna. Usava l’esempio della saturazione dello spazio del sacco come limite mai da superare con possibili errori ed esagerazioni, pena disgrazie che non potevano che abbattersi su chi non avesse avuto l’accortezza di ponderarne la quantità oltre la quale non bisognava mai andare. Insomma la sua massima, nella sostanza, voleva significare che ogni cosa è utile e salutare, alla condizione che l’uso da farne sia ragionevolmente morigerato ed equilibrato.

Ho sempre pensato che questo modo di vedere la regolazione della vita avesse un suo concreto fondamento, e che potesse davvero essere una indicazione efficace per comprendere meglio le vie misteriose che ci segnalano l’inizio di un declino o l’affacciarsi di prospettive di buoni cambiamenti. Se volessimo applicare alla situazione italiana i criteri suggeriti dal mio genitore, molti “sacchi” dovrebbero già essere colmi da tempo di esagerazioni; ed anzi le evidenti crepe dei teli minacciano disastrosamente la fuoruscita del loro contenuto. Queste sgradevoli circostanze sono da ricondurre alla singolare inadeguatezza della classe dirigente rispetto ai segni del cambiamento globale che ormai da qualche decennio si manifestano in ogni settore della vita umana senza le necessarie conseguenze.

Questa patente inadeguatezza che nell’ultimo quarto di secolo ha fatto declinare ogni indice relativo alla economia ed al benessere sociale, ha provocato nel sistema  politico un allontanamento preoccupante dai canoni delle democrazie occidentali, ed ha provocato in qualche modo nel Paese un inizio di rigetto con segni assai interessanti di risveglio in ogni ambito della vita nazionale.

Che le stime dell’Eurostat sul secondo trimestre fotografano una crescita dell’Europa, trascinata da Italia e Spagna superiore ad ogni aspettativa, è un fatto che ha stupito recentemente italiani e non. Infatti l’Italia ha ottenuto una crescita del 4,8%, dato che va ben oltre il dato previsto, nel mentre la stima per la fine del 2021 si valuta già a 5,8% di crescita.

Questi indici, dunque, a mio parere ben rappresentano la voglia di ricominciare delle formiche italiche, le imprese, che si sono rimesse in cammino in ogni sentiero del commercio mondiale con le sue eccellenze del lusso, della moda, della meccanica, dell’arredamento, della farmaceutica, dell’alimentare.

Anche in politica ci sono cambiamenti incoraggianti: in primo luogo la presenza apprezzata dagli italiani di Draghi, poi del calo di simpatia per ogni populismo, ed il desiderio di stabilità da parte degli elettori. E poi che dire dei successi negli Europei di calcio e nei giochi delle Olimpiadi! Qualcuno potrà anche dire cosa c’entra con il cambiamento in atto? La risposta è facile: quando in una società si desidera davvero cambiare pagina, si crea un clima speciale che influenza ogni aspetto della vita comunitaria.

Sta avvenendo proprio questo: il sacco del declino si è riempito, suscitando in ognuno di noi la necessità  di dirigerci verso una nuova storia con sacchi nuovi da riempire di soluzioni diverse dal passato e con filosofie di vita che riconducono alla responsabilità collettiva, unico modo per un vero e positivo e duraturo cambiamento.