Quei religiosi con il “quarto voto” che aiutano i bisognosi

La Conferenza episcopale italiana ha inserito fra i venti martiri missionari del 2020 il camilliano fratel Leonardo Grasso, che è stato ucciso il 5 dicembre scorso a Riposto (CT) comune appartenete alla diocesi di Acireale, da un ospite di una comunità camilliana, che quotidianamente soccorreva.

Il religioso ha trascorso gli ultimi 25 anni della sua vita a servizio della “Tenda San Camillo”, una casa-famiglia che accoglie tossicodipendenti e persone affette da Aids e persone fragili, segnate dalla sofferenza.

Il suo “martirio della carità” è una espressione della testimonianza quotidiana presente nelle opere missionarie dei religiosi Camilliani, che hanno come “quarto voto”, l’impegno di assistere i malati anche a rischio della vita.

Nel 1586, quando a Roma la peste era nel pieno della sua furia devastatrice la “compagnia di uomini da bene”, fondata dall’ex soldato di ventura Camillo De Lellis, ottenne l’approvazione dal Papa Sisto V e nel 1591, il Papa Gregorio XIV lo riconobbe con il nome di “Ordine dei Ministri degli Infermi”. I Camilliani, nati come congregazione di secolari dediti all’assistenza degli ammalati ricoverati nell’ospedale romano degli incurabili San Giacomo e poi di Santo Spirito, si configuravano come una sorta di corpo infermieristico specializzato nella cura degli infermi, soprattutto di quelli colpiti da malattie gravi e pericolose come la sifilide e la peste, nonché nell’organizzazione dell’assistenza all’interno degli ospedali. La voce di questo impegno si diffuse rapidamente e le loro prestazioni furono richieste, a fianco o in sostituzione del personale laico, a Genova, a Napoli, a Firenze, a Mantova, a Bologna e a Milano, presso l’Ospedale Maggiore.

Oggi la grande famiglia di San Camillo De Lellis, che comprende sacerdoti, suore e fratelli laici è presente in vari Paesi. Ugualmente rilevante fu l’opera dell’Ordine regolare laicale degli ospedalieri di San Giovanni di Dio – detti popolarmente Fatebenefratelli – organizzatisi per proseguire l’opera del portoghese Giovanni Ciudad (1495-1550), che professavano anche loro il quarto voto di servire gli infermi.  Anche i Chierici Regolari Teatini si distinsero nell’assistenza agli ammalati incurabili, proseguendo l’opera dei membri dell’Oratorio del Divino Amore. Tra le iniziative assistenziali sostenute da questa società vi fu la fondazione in varie città italiane di ospedali per le persone colpite dalla sifilide.

Nella storia della Chiesa sono diverse le associazioni laicali e gli Ordini religiosi che si occupano dell’assistenza ai malati. Tra queste vale la pena di menzionare quella promossa dal sacerdote piemontese san Giuseppe Benedetto Cottolengo, che nel 1832 aprì la Piccola Casa della Divina Provvidenza, comunemente chiamata Cottolengo, e per assicurare adeguata assistenza ai malati cronici, alle persone affette da malformazioni fisiche e da ritardi mentali e diede vita alla congregazione dei Fratelli di San Giuseppe Benedetto Cottolengo.

Tra le religiose dedite all’assistenza degli infermi si possono menzionare le Figlie di Carità, che una volta indossano il caratteristico “cappellone”. Istituite in Francia da Vincenzo de’ Paoli nel 1633 per il soccorso a domicilio dei poveri e degli infermi, esse si diffusero rapidamente in diversi paesi. Alla loro regola nell’Ottocento si ispirarono diverse congregazioni ospedaliere femminili vocate all’assistenza degli ammalati a domicilio e a quelli ricoverati negli ospedali.  Le religiose divennero una presenza abituale nei reparti ospedalieri consentendo alla Chiesa di riguadagnare nell’ambito assistenziale un significativo spazio e ruolo sociale.

Bisogna ricordare che già nel Medioevo esistevano vari ordini ospedalieri (Antoniani, Gerosolimitani, San Lazzaro, San Giovanni di Gerusalemme, Cavalieri Teutonici, Templari), che praticavano un ampio spettro di forme di soccorso e che oggi continuano la loro opera in diversi ordini cavallereschi, tra i quali eccelle il Sovrano Militare Ordine ospedaliero di Malta riconosciuto dalla santa Sede, la cui missione è  quella di coniugare la testimonianza della fede con il servizio ai poveri e agli ammalati. A livello laicale oggi sono molto attive le “Misericordie” e varie Confraternite e Associazioni di volontariato che si ispirano alla carità evangelica.