Perché solo un lebbroso guarito torna a ringraziare Gesù

Non basta guarire da una malattia per dare una svolta alla nostra vita – come avviene per i lebbrosi del Vangelo di questa domenica: occorre essere capaci di riconoscere in questa e nelle tante altre Grazie che il Signore ci dona la Sua bontà. Avere un cuore grato a Dio è la radice della fede.

L’uomo che pensa che a lui tutto è dovuto, infatti, non conosce la gratitudine, anzi avviene spesso che davanti ai favori ricevuti, soprattutto se sono stati immeritati, nemmeno è capace di ringraziare. Quante volte forse anche noi, aiutando nel nostro piccolo qualcuno, abbiamo potuto fare questa amara esperienza… ”nemmeno mi ha ringraziato”. La stessa cosa che fanno con Gesù nove dei dieci lebbrosi che nel Vangelo di Luca vengono guariti.

L’uomo che mette tutto al suo servizio, che pensa di essere al centro del mondo, migliore degli altri e quindi che si meriti tutto, si comporta proprio come questi nove lebbrosi: in fondo non accetta la propria debolezza. L’unico lebbroso che torna da Gesù è un samaritano, uno straniero, oggi potremmo dire un pagano, che non pensa di essersi meritato questo dono: per questo è grato.

Il samaritano proprio perché sa che non si meritava di essere guarito vede che in lui ha agito l’opera del Signore: è cosciente che solo per la Sua bontà ha ricevuto questa Grazia. Tornando a ringraziare Gesù il samaritano mostra che ha riconosciuto la Sua bontà, ha fatto esperienza della Sua Misericordia: è l’unico che “ha reso gloria a Dio”, dice Gesù.

Anche oggi tra noi solo chi ha presente la sua povertà, la sua piccolezza, chi non cerca più di attribuirsi medaglie, ha un cuore grato. Il cristiano riconosce che è solo Dio colui che opera la guarigione, che è la Misericordia di Gesù che ci fa santi e che accogliere il suo Spirito significa guarire dalla più grave malattia, quella che rovina la nostra vita e il rapporto con gli altri: la superbia.

Questa è la vera guarigione. “Rende gloria a Dio” chi riconosce che solo Cristo può togliere da lui questa “lebbra”, la schiavitù che nasce dalla superbia e che obbliga a fare tutto per costruire noi stessi, ci separa dagli altri: questa guarigione è opera dello Spirito Santo, che scende e ci santifica. Riceviamo lo Spirito di santità di Cristo che è l’umiltà, che ci fa grati, riconoscenti, fiduciosi in Dio.