Papa Francesco con i giovani contro i gufi

La più bella risposta a tutti coloro che “gufano” contro il Santo Padre è la presenza di quasi 100mila giovani radunati da ieri al Circo Massimo e oggi a San Pietro. Infatti abbiamo sentito, in questi giorni, strani sondaggi che ci hanno notiziato un calo di popolarità di Papa Francesco. A molti piacerebbe questa fandonia, a partire da quei sedicenti cattolici che si dichiarano così tanto osservanti e irreprensibili con il magistero, la tradizione, la dottrina stando poi tutti i giorni ad accusare il Vicario di Cristo. Tali persone, di fatto, hanno una visione solo terrena della Chiesa descrivendola come una lobby corrotta dimenticando o ignorando la sua vera identità spirituale in quanto reale corpo mistico di Cristo, rappresentando quindi il regno di Dio aldilà delle umane miserie purtroppo sempre esistite in ogni uomo. 

Ma i nostri giovani non si sono fermati alle chiacchiere dei farisei o dei serpenti, bensì hanno risposto con gioia all’invito del Papa e sono accorsi da tutta Italia per ascoltarlo, proprio come avveniva con Gesù. E questa è la vera speranza per un’umanità che si può rinnovare soltanto a partire dalle nuove generazioni. Un'umanità nuova, entusiasta, capace di sognare insieme come un popolo che si prende per mano affidandosi al Signore della storia. Papa Francesco ha ricordato che i “sogni dei giovani fanno paura agli adulti… i sogni dei giovani mettono in crisi i grandi… ma voi – giovani – non lasciatevi rubare i vostri sogni!”.

E' stato bellissimo ed emozionante quando il Pontefice ha nominato un giovane italiano che ebbe il coraggio di abbandonare tutti i suoi averi, andando anche contro il padre che era un famoso commerciante e rifugiandosi nell’episcopio; questo giovane, vissuto tra il XII e il XIII secolo, si chiamava Francesco e non ebbe paura di sognare e di realizzare la sua vocazione. L’appello di Papa Francesco ai giovani del 2018 ci illumina su quella strada da percorrere con decisione e coraggio. Il grande santo Papa Giovanni XXIII è stato così citato dal nuovo Francesco dei nostri tempi che ha chiesto ai giovani di ripetere più volte questo inno alla speranza: “Non ho mai conosciuto un pessimista che abbia concluso qualcosa di bene”. 

Ecco di cosa ha bisogno il nostro Paese, l'Italia: grande ottimismo, voglia di vivere e mettersi in discussione, rigenerare e rinascere dall’alto, da quello Spirito Santo che sa veramente ricreare la faccia della Terra. Il Sinodo dei giovani può essere uno tsunami di fiducia per infondere l’entusiasmo di impegnarsi a favore della causa del Vangelo e del bene comune. Purtroppo, siamo noi adulti a dare il cattivo esempio e, ripeto, ci sono tanti, troppi cattolici che remano contro la Chiesa di Cristo. Costoro ogni giorno la bombardano, insultando tutto e tutti quelli che non si allineano a certi moralismi senza morale, a certi teologismi senza teologia, a certi clericalismi senza Ecclesia (e ieri sera il Papa ha tuonato: “Il clericalismo è una perversione della Chiesa”); la testimonianza del vero cristiano è quella della presenza accanto al povero, dell’incontro con chiunque è nel bisogno, dell’ascolto sincero e quindi della capacità di accogliere e di imparare a tutte le età… questa è l’unica vera testimonianza “ il resto è fumo”.

Il Santo Padre è un riferimento così importante che ci dà stabilità in una realtà sociale fluttuante, liquida e instabile. La casa è ben costruita sulla roccia se vogliamo accogliere gli insegnamenti di Papa Francesco; Lui è il nostro ponte per collegarci a Gesù, alla vita vera che ci restituisce il sorriso, la voglia di lottare per un mondo migliore. Due anni fa, in questo stesso giorno, il Pontefice ci fece visita portando questo dono anche presso una nostra casa della Comunità Papa Giovanni XXIII fondata da don Oreste Benzi, per visitare, chiedere perdono  e ridare speranza alle ragazze vittime della tratta. Grazie Santità per la Sua fede e la forza che ci trasmette aiutandoci a crescere, a convertirci e ad amare Gesù tutti insieme in questa Chiesa in uscita.