Omicron 2 e vaccini: cosa dimostrano le ultime ricerche

Ormai sappiamo che Omicron 2 è una sotto variante di Omicron. Un fenomeno che in virologia è sempre esistito. Credo sia presto per arrivare a delle conclusioni, ma non serve fare allarmismo. Occorre sequenziare, come stiamo facendo, e vigilare sull’evoluzione. La sotto variante della Omicron, identificata come BA.2, è “più contagiosa rispetto a quella originale” e in grado di infettare maggiormente anche le persone vaccinate.

Le ultime ricerche hanno comunque sottolineato che i vaccini continuano a svolgere un ruolo molto importante dal momento che coloro che sono vaccinati hanno meno probabilità di essere infettati e di trasmettere una delle due sotto varianti rispetto a quelli non vaccinati. Secondo quanto emerge in particolare da uno studio condotto in Danimarca su oltre 8.500 famiglie danesi tra dicembre e gennaio, i ricercatori hanno rilevato che le persone contagiate dalla sotto variante BA.2 avevano circa il 33 per cento di probabilità in più di infettarne altre, rispetto a quelle contagiate dalla BA.1. Non ci sono invece differenze rispetto alla possibilità di essere ricoverati.

A livello mondiale, quella “originale” rappresenta oltre il 98 per cento dei casi di Omicron, mentre in Danimarca la sotto variante BA.2 è diventato il ceppo dominante nella seconda settimana di gennaio. I ricercatori danesi evidenziano che la Omicron BA.2 è sostanzialmente più trasmissibile di BA.1 e possiede anche proprietà immuno-evasive che riducono ulteriormente l’effetto protettivo della vaccinazione contro le infezioni. Lo studio è stato condotti dallo Statens Serum Institut (Ssi), dell’Università di Copenaghen, di Statistics Denmark e dell’Università tecnica della Danimarca. La sottovariante BA.2 è stata anche registrata negli Stati Uniti, in Gran Bretagna, Svezia e Norvegia, ma in misura molto minore che in Danimarca dove rappresenta circa l’82 per cento dei casi.