L’ora di andare incontro ai dolori del mondo

Credo che la cosa più importante, al di là degli orari e delle tradizioni, è che Gesù possa ri-nascere nei nostri cuori. Tutto il resto è importante certamente, ma non è centrale per dirci veramente cristiani. La notte di Natale dovremo porci questa domanda senza guardare l’orologio: Gesù è nato nel mio cuore? Io auguro a tutti che questo miracolo dell’amore possa accadere in ogni casa, in ogni famiglia…in ogni cuore. È logico, poi, che il momento comunitario della Santa Messa sia determinante per la coesione delle nostre comunità, ma credo che questo Natale sia l’occasione per recuperare il nostro intimo rapporto con Dio.

Non c’è dubbio che questo sarà un Natale diverso perché stiamo vivendo da 10 mesi il vero e proprio incubo della pandemia da Covid 19. In tutto il mondo e in Italia è stata stravolta ogni abitudine, ogni consuetudine. Ci sentiamo un po’ frastornati e disorientati. In questo contesto, il Natale diviene un momento di speranza perché abbiamo la certezza che Dio si è fatto uomo per noi e per la nostra salvezza e lo ha fatto in una situazione di emergenza: in una capanna, dentro una mangiatoia. Eppure, anche in un contesto così difficile l’amore di Dio per gli uomini ha vinto.

Credo che il messaggio che dobbiamo recuperare per questo Natale sia della speranza in un futuro migliore che parte, però, dal nostro quotidiano. Cerchiamo di essere portatori di misericordia anche con piccoli gesti, che tutti insieme possono trasformare la nostra vita in un capolavoro al servizio di chi è meno fortunato. Ci vuole poco.

In questi giorni di festa così diversi dovremo recuperare i veri valori fondanti della nostra società: la tutela degli anziani, la garanzia di potere avere una cura, il sostegno a tutti coloro che vivono ai margini. Ma anche portare la massima attenzione alle famiglie e i giovani che stanno vivendo una vita sospesa tra didattica a distanza e pandemia. Questi i punti determinanti a mio avviso.

Vorrei sottolineare ancora come i nostri nonni e le nostre nonne devono essere una priorità per una comunità che si possa definire moderna ed equa. Occorre capovolgere la scala dei valori: gli anziani sono una risorsa e non un peso per il nostro Paese. Per loro farò una preghiera speciale la notte di Natale.

Non voglio dimenticare quanti stanno vivendo l’esperienza del carcere: Ho detto a chi è detenuto che anche loro sono figli di Dio e che devono sperare in un futuro migliore. I motivi sono semplici: come pastore della Chiesa senese trovo normale la visita al carcere non come un dovere, ma come un piacere grazie al quale posso conoscere le storie dei detenuti, le loro speranze ed anche le loro delusioni. Un grande santo del ‘900, San Luigi Orione, diceva che “è ora di uscire di sagrestia per andare incontro ai dolori del mondo”. Questo è uno stile vincente.

Cardinal Augusto Paolo Lojudice
Arcivescovo metropolita di Siena-Colle di Val d’Elsa-Montalcino