I molti significati del viaggio di Francesco in Grecia e Cipro

Grace e Daniel sono stati sfortunati. Hanno saltato il muro in un punto sbagliato e sono finiti non in Europa ma nella terra di nessuno, al confine tra la parte greca e quella turca dell’isola di Cipro. Così da sei mesi vivono in una tenda, nella zona cuscinetto delle Nazioni Unite: non possono tornare indietro ma i greco-ciprioti non concedono il diritto d’asilo, per scoraggiare altri scavalcamenti illegali. Sono due giovani del Camerun, Daniel è cattolico, Grace è presbiteriana. La loro storia è stata raccontata da Alessandra Buzzetti che è riuscita ad avvicinarli e intervistarli per Tv2000. “Speriamo nel Papa, sappiamo che a breve sarà a Cipro” le hanno confidato.

I due ragazzi potrebbero far parte di un drappello di rifugiati – si ipotizza una cinquantina – che grazie ai buoni uffici del Papa nelle prossime settimane saranno accolti in Vaticano senza alcun onere per lo stato italiano. Un piccolo gesto, simbolico, per dare più sostanza agli appelli che segneranno la visita di Francesco a Cipro e in Grecia.

L’immigrazione clandestina è un tema drammatico in questi due paesi. Cipro detiene in Europa la più alta percentuale di richiedenti asilo in rapporto alla popolazione; nell’isola greca di Lesbo, dove il Papa tornerà il 5 dicembre, vivono ancora ammassati 5mila profughi in condizioni penose. Francesco non ignora la complessità del problema e in diverse occasioni ha detto che non ha senso offrire accoglienza agli immigrati se poi non si è in grado di integrarli. Ma qualcuno – e se non lo fa il Vicario di Cristo, chi? – dovrà pur avere il coraggio di ricordare che stiamo parlando non di numeri o di oggetti ma di persone; uomini, donne, bambini che non affrontano viaggi così tribolati per spirito di avventura ma per istinto di sopravvivenza, in fuga da guerre, violenza o fame. L’orizzonte delle parole del Papa sarà il Mediterraneo – “un grande cimitero per tanti migranti” – ma anche il confine tra Bielorussia e Polonia, un limbo nero dove recentemente è morto di stenti un bambino siriano.

Il dramma dei profughi sarà al centro della visita del Papa ma non ne esaurisce tutti i significati. Cipro e Grecia sono paesi di tradizione ortodossa e sappiamo quanto Francesco, in continuità con i suoi predecessori, si spenda per avvicinare le due Chiese. Quando papa Wojtyla 20 anni fa mise piede in Grecia, ci furono manifestazioni di piazza ostili, organizzate dai settori più tradizionalisti del clero ortodosso. Oggi il clima è più disteso ma c’è ancora tanto da fare per superare le diffidenze reciproche.

Il viaggio del Papa in Grecia cade volutamente nel bicentenario della indipendenza, circostanza apprezzata ad Atene: anche di queste piccole attenzioni è fatto il dialogo. Non mancheranno infine occasioni di incontro e preghiera con il piccolo gregge delle comunità cattoliche, minoranze quasi insignificanti sul piano statistico ma non insignificanti per il Successore dell’Apostolo Pietro. Queste terre videro Paolo e Barnaba diffondere il Vangelo con grande passione, Cipro fu la meta del loro primo viaggio missionario. Secondo un’antica tradizione ortodossa a Larnaka avrebbe vissuto la sua “seconda vita” Lazzaro, l’amico di Gesù, fuggito a Cipro perché a Gerusalemme volevano ucciderlo e consacrato vescovo proprio da Barnaba.