Quando la misura di tutto è l’economia

Oggi contiamo tutto e troppo. L’economia sta dominando la vita in ogni suo aspetto in modo sempre più pervasivo e penetrante (soprattutto se consideriamo l’attuale crisi conseguente alla pandemia). Tutte le spese devono ritornare a chi le sostiene almeno con un piccolo guadagno. Lo stesso avviene con gli impegni che ci assumiamo. Sono passati i tempi del disinteresse, dell’altruismo. Oggi misuriamo ogni azione che compiamo coi profitti che possiamo ricevere in cambio. Non è vero, che se qualcuno si rivolge a noi, lo fa proprio con qualche interesse? Ha bisogno di noi per i suoi bisogni.

Quindi tutto funziona secondo regole di contratto: qualcosa per qualcosa, anche nei rapporti personali e addirittura talvolta intimi – la conoscenza di questa persona infatti li potrebbe aiutare nella loro carriera. Tutto questo può essere confermato dalle persone che hanno perso la loro posizione di prestigio (quindi, di conseguenza, l’influenza e il potere): dall’essere al centro di ogni attenzione e richiesta finiscono a margine di ogni cosa, per non dire nel dimenticatoio. Non servono più a nessuno.

Il Vangelo offre una logica completamente diversa. L’amore di Dio, la sua chiamata, la sua grazia non possono basarsi su alcun interesse. Sono gratuite, perchè risultano dal cuore e dalla libertà di Dio. Lì i criteri sono completamente differenti. Possiamo coglierlo in due brevi parabole – quella sul tesoro nascosto nel campo e quella sulla perla preziosa. Si, in tutte e due le storie abbiamo a che fare con persone di commercio che sanno muoversi nel mondo del mercato. Però, d’altro lato, notiamo come i criteri delle loro azioni siano criteri umani, psicologici: gioia ed incanto, qualche determinazione che sovrasta la routine che li ha mossi fino a quel momento. Chiaro, che sia chi trova il tesoro, che il mercante non smettono di contare e calcolare. Ma il criterio del loro comportamento sembra andare oltre questi calcoli. Non ragionano troppo. Non speculano. Sanno che cosa fare. Sono determinati e spontanei – qualità non apprezzate nella realtà economica, ma tanto umane! Non dicono gli esperti, che le nostre spese e molte decisioni di carattere economico risultano proprio dagli impulsi spontanei, e per questo il marketing si sta muovendo in quest’area?

Tuttavia queste due situazioni rappresentate nelle nostre parabole non sono negative. Si sente tanta approvazione e simpatia per i due protagonisti. Smettono di essere totalmente orientati solo in senso economico nelle circostanze particolari in cui si trovano. Da questo momento cambia tutto. Smettono di seguire solamente i rigidi criteri economici. Lasciano spazio ad una fantasia, a slanci imprevisti, finora per loro impossibili.

E tali sono le caratteristiche delle cose divine. Non sono escluse dall’ordine economico ma vanno oltre. Non sono ignorate dagli esperti economici: anzi, essi  riconoscono il loro valore. Intuiscono che esso supera tutto. Qui l’economia non basta più. Finisce il suo dominio, perché non è mai sufficiente tanto più importanti diventano i criteri di bellezza, di gioia, di fantasia spontanea. E non è vero che Dio ci toglie dalle scatole dei nostri calcoli rigidi ma limitati? I protagonisti di queste due parabole avevano sentito prima qualche soddisfazione, gioia, incanto? Forse non tanta da portarli a prendere le decisioni più coraggiose che mai! E questo momento è molto importante: il Regno di Dio ci porta alla realtà non conosciuta prima, non possibile da vivere nella corrente dei calcoli e del profitto. Contare troppo toglie la gioia e felicità: schiaccia. Chi ha iniziato a contare una volta e ha sottomesso la vita solo ai calcoli, alla noia non potrà mai pienamente gioire. Per questo ci vuole una scintilla di Dio, un colpo di grazia. Il Regno di Dio apre spazi nuovi, allarga e supera la prospettiva di meri numeri e calcoli…!

Interessante che oggi anche gli esperti dicono che l’economia stessa non basta. Ci vuole questo qualcosa in più, l’aspetto umano – e il Vangelo aggiunge: non solo – ci vuole l’aspetto della grazia, del Regno di Dio. Lì sta la vera allegria, felicità e tutto il meglio che possiamo sperimentare nella vita.