Ministero per la disabilità: quali dovrebbero essere i suoi compiti

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Nell’esecutivo guidato dal presidente del Consiglio Mario Draghi, è stato inserito un nuovo Ministero, quello per le disabilità, che sarà presieduto dall’avvocatessa Erika Stefani. L’istituzione di questo ministero è un segno di grande attenzione nei confronti di una fascia di popolazione, tra le più deboli. L’handicap purtroppo è una dimensione che a volte accompagna l’esperienza umana. E’ un’attenzione particolare, rivolta alle persone con disabilità che prima di tutto devono avere diritto di nascere. Serve una giusta prevenzione perché le persone possano nascere in salute, ma qualora ci fosse una malformazione o un problema, venga garantito il diritto alla vita. Come Comunità Papa Giovanni XXIII lo possiamo dire testimoniare perché quanti vivono nelle nostre case, sono felici di vivere anche avendo, a volte, una patologia o una disabilità.

Quello della ministra Stefani è un incarico sia delicato sia importante, dovrà dare la giusta visibilità ai problemi di una fascia importante della popolazione e garantire un collegamento fra i vari ministeri, le regioni e il territorio. Deve essere creata una rete di sostegno alle persone diversamente abili affinché possano avere accesso alla scuola, garantendo l’inserimento reale, oltre quello legislativo, teniamo presente che l’Italia ha sistema legislativo all’avanguardia in questo ambito. Dare accesso alla formazione, anche universitaria, ritornare a dare la possibilità del lavoro, non solo assistenzialismo, dare dignità, cure adeguate, di ricevere ausili che possano permettere una vita sufficientemente adeguata, l’eliminazione delle barriere architettoniche e l’eliminazione dei pregiudizi ideologici, di chi pensa che – come in alcuni Paesi europei – la presenza di disabili causi un danno economico e la riduzione del Pil.

Questo Ministero potrà quindi essere un’opportunità, un punto di partenza per costruire la vera inclusione. Dobbiamo vedere questo ministero come una risorsa che questo governo ha previsto e quindi – negli anni a venire, fino a fine legislatura – possa  accompagnare l’inserimento e l’inclusione reale di tutte le persone portatrici di handicap.