Mario Draghi: l’uomo del cambiamento politico per l’Italia?

Tanto tuonò, che piovve! Ecco che arriva Mario Draghi da molti invocato negli ultimi tempi per riportare l’Italia politica a comportarsi in modo normale. Questa è in definitiva il significato della sua disponibilità a proporsi come nuovo capo del governo nazionale. Sono convinto che l’ex governatore della Bce ne avrebbe fatto volentieri a meno, conoscendo la enormità del pasticcio in cui ci troviamo, ma di cosiddette “risorse della Repubblica”, non credo che oltre alla sua persona se ne possano trovare altre.

Avendoci lavorato negli anni 90, ha dimestichezza con i gangli vitali dello Stato, ha conosciuto la finanza americana, ed ha ben governato la Banca d’Italia, ha confidenza con le istituzioni europee ed ha diretto magistralmente la Bce. Ovunque si è impegnato nel tempo ha guadagnato rispetto, stima, autorevolezza, pur dando generalmente al suo impegno un carattere coraggioso ed originale. Insomma una personalità di statura mondiale in grado di muoversi in ogni scacchiere con la sufficiente padronanza come pochi eletti riuscirebbero a fare in questa epoca caratterizzata  da una dinamica di potere sempre più a carattere globale.

Dunque per noi italiani è una buona notizia che voglia dedicarsi al nostro governo. Si tratterà di vedere in questi giorni come si comporteranno le variopinte e numerose componenti politiche, ma sono sicuro che per ognuno di loro sarà difficile rifiutargli l’appoggio. Qualora ciascuno di essi non avessero pienamente a cuore le sorti del paese e dovessero continuare il loro teatrino, poi dovrebbero preoccuparsi della penalizzazione dell’elettorato in generale.

In queste ore le forze politiche cercano di esorcizzare le difficoltà, chi preoccupandosi di giungere al sostegno mantenendo unita la loro compagine di alleanza ultima, chi ripentendo con ossessione che comunque si dovrà andare al voto. Ma la verità è che Draghi, per l’attuale assetto politico di sinistra, di destra, populista e sovranista, avrà l’effetto di un ciclone. Giocoforza basterà la sua presenza per riportare a concretezza ogni progetto e gestione riguardo l’impiego di risorse prestate e garantite a fondo perduto dall’Unione Europea per attrezzarci modernamente; spiegare con naturalezza che è giusto finirla con l’assistenza per aiutare le persone consegnandogli una canna da pesca anziché regalargli il pesce; per indicare le strade del cambiamento con l’occhio attento alla nostra capacità di competere nei mercati internazionali.

Cambierà anche il baricentro del potere in Europa: alla sostanziale motrice franco-tedesca, si aggiungerà anche quella italiana, in quanto la nostra credibilità, da tempo, è stata ridotta al lumicino. La compresenza politica di Draghi in Europa darà più forza e velocità al conseguimento dell’obiettivo di arrivare ad una vera Federazione della Unione.

Dunque ci sarà un cambiamento di fase non indifferente e non potrà che venirne finalmente un gran bene. Potrà finire il chiasso inconcludente e generare nuovamente l’idea semplice e vera che l’amministrazione di una comunità non può confondersi con la tifoseria sportiva: quella colorata di linguaggio trasgressivo e violento che ha l’effetto di paralisi ed annichilamento per il paese. Si potrà ristabilire il concetto basico che l’amministrazione pubblica riguarda ogni cittadino. Ciascuno  legittimamente ha sue opinioni ed aspettative, ma il servizio politico riguardo l’insieme di ciascuno di essi comporta necessariamente trovare compromessi.

Ecco la politica è la ricerca paziente e responsabile di una soluzione di compromesso per mantenere unità una comunità; concetto onorevole e ragionevole. Ma purtroppo nell’ultimo quarto di secolo, l’azione politica è stata concepita per vincere sottomettendo l’avversario. Per questa ragione siamo l’unico paese europeo a regredire su ogni piano, privo di coesione e responsabilità. La speranza che questa dannazione finisca restituendoci tranquillità e prosperità in un mondo molto cambiato in cui l’Italia dovrà comunque riposizionarsi se vorrà ancora essere annoverata tra i paesi civili ed economicamente avanzati.