Mamme al tempo del coronavirus

Pensate ad una donna che lavora e che ha una famiglia: casa, marito, figli piccoli e magari anche un cagnolino o un altro animale domestico. Un’impresa eccezionale anche in momenti di normalità. Pensate a questa donna al tempo del coronavirus, divisa tra smartworking (quando è possibile) e bambini che vanno a scuola solo virtualmente.

Sono molte le donne che si trovano in questa situazione e, sebbene ci siano mariti e papà pronte ad aiutarle, certamente queste settimane di emergenza mettono a dura prova l’organizzazione delle famiglie più collaudate.

Qualche giorno fa il Presidente del Consiglio Conte ha ammesso di essere consapevole che chiudere le scuole equivalesse a chiedere un grande sacrificio ai genitori ed in effetti non è facile barcamenarsi tra pranzi e cene da organizzare mentre i supermercati sono presi d’assalto, compiti e giochi da fare con bambini giustamente vivaci, a maggior ragione se costretti a stare in casa.

Ad un tratto è tornato alla luce, in tutto il suo splendore, il lavoro nascosto delle mamme, il valore sociale di quelle donne che portano avanti le proprie famiglie mentre svolgono la loro professione. A questo carico di lavoro e di responsabilità familiari si aggiunge in questo periodo anche la preoccupazione per la salute propria e dei propri cari. Una preoccupazione da gestire e comunicare con serietà e dolcezza al tempo stesso, affinché i bambini comprendano che il quotidiano è cambiato ma che lo facciano senza spaventarsi: è difficile aggiornarsi, ricevere le ultime notizie che arrivano dalla tv, dal web e dalla radio senza mostrare nemmeno un poco di ansia per quello che stiamo vivendo.

Inoltre al pensiero della salute si aggiunge anche quello di una precarietà economica che, sopratutto per chi già non navigava nell’oro, potrebbe arrivare a causa dell’onda d’urto spaventosa del coronavirus sui mercati, sulle imprese e su tutte le attività professionali: ci sono a rischio molte categorie di lavoratori, dai dipendenti agli imprenditori.

In questa situazione servono la forza, la creatività, la capacità di fare squadra che le donne sanno mettere in campo sopratutto nei momenti più difficili. La complessità della situazione, l’arrivo improvviso di una vera e propria guerra che nessuno delle generazioni più giovani ha per sua fortuna sperimentato, non lascia molto spazio a lamentele o a recriminazioni, ma deve produrre comportamenti virtuosi come l’organizzazione di nuovi modi di stare insieme.

L’emergenza coronavirus, nel suo essere un evento fortemente negativo per ciascuno di noi, porta con sé una piccola grande opportunità: ci obbliga a fermarci, a pensare, a mettere al centro le relazioni importanti della nostra vita. Ci fa riflettere sulla morte e su tutte le cose che, ad un tratto, abbiamo il desiderio di fare, proprio ora che è necessario restare in casa. Improvvisamente noi che di tempo non ne avevamo mai, abbiamo tempo tutto per noi. E comprendiamo che proprio il tempo è il bene più prezioso: va gestito, va organizzato, e va goduto con le persone che contano. Servono capacità e speranza: qualità tutte al femminile.