Editoriale

La maestria con cui Gesù libera Lazzaro dai suoi dilemmi e paure

Forse… non è stato così facile per lui con Gesù, dopo tutto… Quando li ha visitati all’inizio, è stato bello. Non era ancora così conosciuto. Parlavano di tutto. Poteva sempre incoraggiare, spiegare. Dopo le sue visite tutto era in qualche modo diverso, migliore. Sì, le sorelle – come sempre – erano iperattive. Esageravano. Certo, lo hanno provato, soprattutto Marta. Tutto doveva essere spazzato, pulito, scintillante – e faceva paura entrare in cucina. Maria, invece, si dimenticava del mondo intero. Si doveva stare attenti che non combinasse qualche guaio. Ed era sempre presente per Lui. Era difficile chiedergli qualcosa in privato, toccare argomenti maschili.

Man mano che il tempo passava e Gesù diventava sempre più famoso, le sorelle si impegnavano ancora di più e arrivavano altre persone. Lazzaro non riusciva a trovare se stesso. Si sentiva inutile. Ma questo non era ancora nulla. A poco a poco cominciò ad avere paura, sempre di più. Si diceva che i capi del tempio volessero ucciderlo. Cercavano solo un pretesto e un modo. Probabilmente lo stavano seguendo. Probabilmente avevano le loro spie ovunque. Forse stanno persino girando intorno alla sua casa. Quindi lui e le sorelle non stavano al sicuro. Erano sempre più esposti al pericolo mortale.

Più pensava a tutto questo, più si sentiva male. La paura e l’immaginazione gli suggerivano pensieri sempre più da incubo. Non ha mai compreso appieno Gesù. Ora, però, cominciava quasi a farsi prendere dal panico. La tensione stava diventando insopportabile con il passare del tempo. Si stava verificando una crisi. Si ammalò. Nel complesso, ne era persino felice. La malattia lo aveva, in un certo senso, escluso dalla partecipazione a tutta la tensione. Ultimamente, aveva sempre più voglia di nascondersi, di sprofondare sottoterra – forse anche di morire, per avere pace mentale e non temere costantemente il peggio. Sì, la morte. Accorcerebbe la malattia e questa insopportabile incertezza. Le sorelle lo confortarono dicendogli che Gesù sarebbe venuto a guarirlo. Lui non sapeva se volerlo o meno. Era troppo scosso. Se anche solo accennava a un po’ di speranza, le stesse paure di finire male – e la sua famiglia, e Gesù – ritornavano immediatamente. Con i capi del tempio, nessuno aveva ancora vinto. Queste battaglie interne di pensiero erano intensificate dal fatto che Gesù, che doveva venire, era in ritardo. Ogni residuo di speranza era andato in fumo. L’unica cosa che voleva fare ora era morire. E alla fine è anche quello che è successo.

Forse… nell’altro lato della vita, ha recuperato la sua compostezza. Capì cosa significava davvero addormentarsi nel sonno della morte. In effetti, la vita lo turbava troppo; non gli interessava incontrare i suoi antenati. Assaporava la pace e la tranquillità. Non sentiva più la folla, le domande sempre più insistenti e non doveva preoccuparsi di ciò che sarebbe successo dopo. Tutto era diventato silenzio. Lui stesso è sprofondato nella sua serenità.

Ma non durò a lungo. Solo quattro giorni. All’improvviso un brivido lo scosse: sentì …. la voce di Gesù. Forte ma chiara. Proveniva da lì, dalla parte della vita: “Lazzaro, vieni fuori!”. Com’è possibile? E qui l’ha trovato? Eppure deve essere il Figlio di Dio. Lazzaro non ebbe tempo di pensare. Una forza sovrumana lo riportò al corpo deposto nel sepolcro, avvolto in una benda. Stava per andarsene. Non aveva altra via d’uscita. Pur non sapendo come fare, iniziò a camminare – non sapendo con quale forza – verso la luce che proveniva dall’esterno del sepolcro: una pietra era stata spinta via.

E di nuovo la folla: più numerosa che mai. Tutti lo fissavano. Riconosce e scorge i capi del tempio. L’ammirazione della folla si mescola alla sua furia. Ma Lazzaro, sorprendentemente, non prova più paura. Aveva capito chi era Gesù. I loro occhi si sono inconti, forse come mai prima. Vide in essi qualcosa che non avrebbe mai pensato prima: un invito, una chiamata a collaborare, ad aiutare. Ora deve essere un testimone. Un po’ come gli apostoli, che aveva sempre silenziosamente invidiato. Ma deve essere un testimone per gli altri, ora e allora, dopo la sua risurrezione….

Quella vista di Gesù che incontrò subito dopo la rimozione delle fasce della tomba rimase per sempre nel suo cuore. La portò a Cipro, dove proclamò il Vangelo. Così sostenne gli Apostoli, che finalmente smise di invidiare. Finalmente anche lui divenne qualcuno di importante, sì, gli fu assegnato un posto unico nella storia. A suo modo, superò le due sorelle. Che sorpresa da parte di Gesù! È impossibile non amarlo ancora di più. Deve aver visto tutti i suoi dilemmi e le sue paure nascoste. E come lo ha liberato da esse! Magistralmente, come solo Lui sa fare….

padre Bernard Sawicki

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