L’ultima pulizia etnica

E’ un vero esodo biblico quello a cui stiamo assistendo. Numeri sconvolgenti di persone annegate, oltre 700 morti soltanto ieri, ma sembrano restare solo delle cifre senza un nome e senza conoscere i loro volti né le loro vite. La disperazione di coloro che sono per la maggior parte giovani e spesso accompagnati da bambini è in crescita e per il momento non sembra esserci nessun impegno da parte della comunità internazionale. Forse qualcuno vuole questa forma di pulizia etnica sapendo che tra poco più di vent’anni il continente africano avrà oltre 3 miliardi di abitanti? Forse la vita di questi nostri fratelli viene di fatto ancora considerata di serie B potendo permetterci di trascurare i soccorsi? La disparità di trattamento mediatico per cui fa più notizia un morto europeo che cento africani ci fa venire qualche dubbio sulla reale scomparsa della mentalità razzista.

D’altra parte è un fatto che il continente africano resti ancora oggi agli occhi del mondo un serbatoio da sfruttare: schiavi erano secoli fa e, con nuove modalità, schiavi sono oggi. Liberi solo di morire.

L’ultimo dramma in mare è un’ecatombe senza precedenti, è una vergogna di cui siamo tutti complici. L’Europa è assente dinanzi al più grande cimitero del mondo: il Mediterraneo. Il tutto è ben programmato da un mercato schifoso, la tratta di uomini e donne che pagano alle varie mafie nella speranza di sopravvivere. È per loro l’unica possibilità, lasciarsi torturare per salire sui barconi della disperazione.

Ci sono degli interessi spaventosi che vanno portati alla luce e va anche detto come mai le grandi potenze internazionali così sollecite in altre occasioni a inviare le proprie forze armate, questa volta non si sono mobilitate? cosa c’è dietro questo atteggiamento passivo e per niente incisivo dell’Occidente?

Ma perché si fa ancora finta di non sapere cosa si nasconde dietro queste imbarcazioni della tratta e della disperazione? Perché la mafia internazionale non viene nominata? Perché vengono sprecate risorse che potrebbero essere investite diversamente per fermare questa penosa sciagura?

Le organizzazioni sovranazionali devono prendere rapidi provvedimenti utilizzando sia la via diplomatica come quella più operativa di una presenza nutrita di forze di pace che siano in grado di mettere fine a questa ignobile sciagura.

E poi, anche la logica di chi teme che il soccorso e l’accoglienza possano incrementare l’esodo di questi poveracci, è incomprensibile e disumana: è squallido tirare l’acqua al proprio mulino in Italia in questo periodo di elezioni, sulla pelle dei disgraziati e pensare che il disinteresse possa risolvere un problema così complesso. Chi parla di respingimenti ovviamente usa solo espressioni prive di ogni contenuto, perché come si può fermare chi è già imbarcato o impedirgli di farlo se vengono torturati affinché salgano su quei barconi?

Ci troviamo dinanzi a una barbarie che pesa sulla coscienza di tutti. Dietro ognuno di questi nuovi martiri c’è il volto crocifisso di un Dio che ci chiederà conto di cosa abbiamo fatto per questi nostri fratelli.