Lo smog che invecchia

Quando parliamo di inquinamento c’è sempre chi storce la bocca. La prima fase è contestare i dati, definendo catastrofista chiunque lanci l’allarme; la seconda è puntare sull’assoluta mancanza di alternative in un mondo che vuole viaggiare veloce, consumare corrente, connettersi continuamente.

Insomma, l’idea è che alla fine non si stia così male e che comunque, anche fosse, è inevitabile che sia così. Può anche darsi, ma dipende dall’uomo. Se nel proprio delirio di onnipotenza crede di poter gestire il pianeta (o meglio ancora, il creato) come meglio ritiene, alla fine finirà per pagarne le conseguenze. E non è neanche vero che non si possa fare nulla; quando la Terra si ribella, e azzera in pochi secondi tutto ciò che di sbagliato è stato fatto dagli esseri umani, si pone il problema di ricostruire secondo nuovi criteri. Ciò che cambia è solo chi inizia l’opera di demolizione, non la necessità di farlo.

Tornando all’inquinamento, un recente studio condotto dalla Sisa (Società italiana per lo studio dell’aterosclerosi) ha mostrato come l’esposizione protratta a polveri sottili e molecole di Co2 disciolte in aria comporti infiniti fattori di rischio legati ad aterosclerosi ed arteriosclerosi e come, dunque, nei maggiori centri urbani si creino vere e proprie “camere a gas” che innescano una pericolosa spirale che prende il via con l’inalazione delle componenti tossiche e si conclude con un’infiammazione cronica del tessuto venoso, destinata a riverberarsi in problematiche di tipo metabolico e cellulare.

Lo studio è stato fatto in Italia, e vede Milano e Torino come le città in cui si invecchia prima. Ma ovviamente il problema è globale. Il caso più eclatante è in Cina, dove a novembre dello scorso anno è stata affrontata una vera emergenza: voli cancellati, autostrade chiuse, visibilità solo 500 metri. A Shenyang, capoluogo del Liaoning, è stata registrata una densità di p.m.2,5 di 1400 micro grammi per metro cubo, 56 volte il limite posto dall’Organizzazione mondiale della sanità. E nell’intera Cina solo il 9% della popolazione respira aria pulita.

Insomma, avvelenando l’ambiente avveleniamo noi stessi: è cronaca, non è commento.