L'ingiustizia più antica del mondo

Colpisce la concezione sbagliata di coloro che pensano che il drammatico fenomeno della prostituzione schiavizzata, si possa combattere riaprendo le case chiuse. Il business del mercimonio umano, così evidente a chiunque, non si può trasferire nelle casse di uno Stato che rischia di diventare il “pappone” di giovani donne
che, per vari motivi, sono costrette a prostituirsi. Dietro ad ogni essere umano che si prostituisce c’è sempre un drammatico stato di bisogno e, nella maggior parte dei casi, una condizione di sfruttamento, assoggettamento, schiavitù. Come far finta di non sapere che il traffico di donne, finalizzato al meretricio, è la terza industria illegale al mondo per fatturato? Di questa tragedia è possibile fare soltanto alcune stime approssimative considerando che il dato, legato a un fenomeno sommerso, sfugge a indagini istituzionali.

In Italia sappiamo che non è reato prostituirsi quindi, invece di prospettare investimenti sui più deboli, bisognerebbe innanzitutto lottare al fine di contrastare, sia i vari racket della prostituzione che i clienti, cioè coloro che sono il motivo di questo ignobile mercato. La persona non è merce e anche i rapporti sessuali non si possono acquistare né umiliare. Sarebbe pure ora che questa mentalità maschilista imperante lasciasse il posto all’uguaglianza di genere e alla dignità umana. E’ altresì sconcertante sentire certe donne giustificare quei maschi bisognosi di sfogare i propri istinti perversi, più che difendere quelle ragazze fragili e senza nessuno in preda ai cosiddetti clienti “lupi famelici”, senza scrupoli. Mi rivolgo ai Parlamentari, in particolare a coloro che hanno dei figli, e chiedo, se da genitori, vorrebbero mai vedere una propria figlia messa in vetrina con l'obbligo di rilasciare lo scontrino fiscale per le prestazioni sessuali effettuate.

I modelli europei da imitare sono quelli dei Paesi nordici, che hanno avuto il buonsenso e la consapevolezza di considerare sempre l'acquirente colpevole e quindi correo dello sfruttamento sessuale. Colpire la domanda significa, dire ai trafficanti di esseri umani che la prostituzione non potrà più essere un business, e nello stesso tempo insegnare alle nuove generazioni il sacrosanto rispetto per la dignità umana di cui il corpo è parte integrante. La libera autodeterminazione sessuale, sancita dalla Costituzione, non può essere mai considerata come forma di espressione dell'iniziativa economica privata.