Le parole vane, le critiche e i giudizi manifestano cosa c’è realmente nel nostro cuore; “Non lodare nessuno prima che abbia parlato, perché questa è la prova degli uomini”, ascoltiamo dal libro del Siracide, la prima lettura di oggi, dove qualche capitolo prima possiamo leggere che “L’uomo saggio tace fino al momento opportuno”, mentre il chiacchierone parla a sproposito. (20,7).
Quando un uomo incontra Cristo, incontra il Suo perdono, un amore gratuito e sconosciuto per chi si crede autosufficiente e conta solo su sé stesso, cercando di essere migliore degli altri, tante volte servendosi anche della religione per questo scopo: ma vivere l’esperienza della fede significa smettere di giudicare e di puntare il dito, perché in noi vive lo Spirito di Cristo, che “non è venuto per condannare ma a salvare”.
Per questo incontro col suo Amore è necessario toglierci le maschere, che spesso ci mettiamo perché dubitiamo del Suo perdono. Il cammino della fede è infatti scoprire la nostra debolezza, la nostra realtà di peccato: altrimenti vivremo in una cecità assoluta, magari credendoci bravi e buoni perché frequentiamo la chiesa. Ma appena fuori, critichiamo, giudichiamo, “guardiamo la pagliuzza nell’occhio del fratello”, siamo ciechi e di scandalo per coloro che dovremmo invece guidare a Cristo.
Nel Vangelo di Luca di questa domenica Gesù ci avverte che vi è la prova che in noi si è compiuto questo incontro, così come avviene per un albero che è stato ben nutrito, annaffiato nel modo giusto, che donerà frutti buoni. Infatti, quando abbiamo fatto esperienza del perdono di Cristo, siamo riconciliati profondamente con noi, con la nostra storia e i fratelli e il nostro parlare sarà l’espressione di un cuore rinato nello Spirito Santo: “la bocca infatti esprime ciò che dal cuore sovrabbonda”.
Approfittiamo di questo tempo di Quaresima che inizieremo mercoledì prossimo con la liturgia delle ceneri per gettare le inutili maschere di “buonismo” e guardare dentro noi stessi: potremo allora incontrare l’amore gratuito e meraviglioso che Gesù ci ha donato, fare una vera esperienza del Suo perdono che ci trasforma, ci libera dalla schiavitù di noi stessi, ci fa testimoni di misericordia verso i fratelli.