L’EUROPA DEI CAPRONI

Il decadimento dell’Europa è sotto gli occhi di tutti e non solo dai giorni del Brexit. I mercati finanziari si arrampicano ovunque svendendo il patrimonio del Vecchio Continente al migliore acquirente a partire da cinesi, arabi e russi che si “dividono le nostre vesti” mentre c’è chi cerca di far credere al popolo che si stia lavorando per il bene degli Stati membri.

Con l’ultimo caos del Brexit emergono ancora più nitidamente le paure di chi si è unito soltanto per spadroneggiare e promuovere certe ideologie e lobby esclusive per aumentare i propri affari.

Gli esperti della comunicazione rabbiosa sono sempre più ascoltati e applauditi riscontrando un pubblico deluso dalle istituzioni e sempre più costretto a fare sacrifici. Il livello della politica è sceso vertiginosamente a causa di un degrado culturale che porta con sé anche l’oblio dei valori fondanti della nostra società. Con il passare dei secoli il nostro continente invece di crescere in saggezza si è ammalato di “alzheimer intellettuale”, dimenticando le proprie origini e le grandi conquiste pagate col sangue degli antenati.

La vera Europa ha tradito da diversi decenni le sue radici cristiane, la sua storia profonda fatta di empatia tra popoli aggregati dalla forza unificante del cristianesimo, che ha saputo integrare persone di culture diverse. I padri fondatori si staranno rivoltando nella tomba per come viene manipolato questo continente. Gli estremisti della politica, i fabbricanti di muri, speculatori di ogni genere sono in guerra per fomentare quel caos di cui certi caproni del profitto hanno bisogno.

Agenti interni ed esterni servono per indebolire la cosiddetta “casa comune” da cui in molti vogliono scappare; altri rischiano la vita per entrarci e poi ci sono coloro che non hanno scelta o più semplicemente non hanno voce. Questa mancanza di ascolto, di dialogo dal basso non farà altro che produrre ancora più rabbia e questo sentimento provocherà lacerazioni sempre più drammatiche.

Solo la cristianità potrà salvare l’unità dell’Europa, ricordando il monito di San Giovanni Paolo II che disse più volte “l’Europa o è cristiana o non è Europa”. Chissà quanti saranno quei cattolici consapevoli di questa grande responsabilità? Ai molti paganizzati questa ipotesi farà soltanto sorridere, ma per i credenti è un dovere da tradurre in atti concreti affinché l’annuncio evangelico diventi visibile.