Editoriale

Legalizzazione della cannabis: a gioire saranno le mafie e i trafficanti

Il prossimo 15 febbraio la Corte Costituzionale dovrà pronunciarsi su tutti gli otto referendum. Non solo sui 6 per la giustizia e quello sull’eutanasia, ma anche il quesito per la cannabis, arrivato alla Consulta dopo che la Cassazione ha dato il suo via libera dopo le firme raccolte dal comitato promotore.

Se la Corte Costituzionale dovesse dare il via libera per procedere con il referendum si correrebbe il rischio di legalizzare la cannabis che, molto probabilmente, si tradurrebbe in un uso più massiccio di questa sostanza, soprattutto da parte dei giovani. Con le conseguenze che stiamo vedendo anche in questi giorni dalle terribili notizie di cronaca nera: reati commessi da persone sotto effetto di droghe, cannabinoidi, alcol. anche i gestori impianti sciistici stanno riscontrando incidenti sulle piste da sci a causa di giovani che prima di scendere si sballano con le droghe, anche con le cosiddette “leggere”, ma che in realtà non lo sono per niente perché creano una percezione distorta della realtà a livello sensoriale, visivo e cognitivo.

La legalizzazione della cannabis “light” sarebbe un grave danno, così come lo è l’uso e l’abuso di alcol. Penso, ad esempio, alla realtà nella provincia di Cuneo dove vivo: sono molti giovani, purtroppo, sono sballati a causa dell’uso smodato di alcol con danni sia fisici che cerebrali.

Legalizzare questa droga vorrebbe dire togliere ogni vincolo, quindi la possibilità di averla senza nessun tipo di problema. Noi sappiamo che nella fase adolescenziale i ragazzi si trovano a fronteggiare un “desiderio” di trasgressione. Ma più che fornire loro una droga legalmente, dovremmo dargli opportunità di studio, di lavoro, di interazione sociale, attività ricreative, bisogna dare la vita non la morte. Non possiamo creare degli zombi che non avranno più interesse per la vita.

Non tutti coloro che fanno uso di droghe leggere poi arrivano a quelle chiamate pesanti. E’ vero però il contrario: tutti coloro che sono dipendenti da droghe pesanti sono passati prima dal consumo delle droghe leggere. Se il referendum dovesse passare, le mafie e i trafficanti faranno un grande applauso a questa scelta, perché si allargherà a dismisura il popolo dei consumatori. Non è vero che legalizzando si sconfigge il mercato nero. Sia il mercato legale che quello nero saranno nelle mani dei malavitosi. E’ stato dimostrato su altri campi, come quello della prostituzione.

Ogni legalizzazione è diseducativa. Noi non siamo contro l’uso da parte dei medici della cannabis terapeutica, se utilizzata per curare, sempre che questo sia in mano a dei professionisti – sia del sistema sanitario pubblico che privato – che la somministrano per alleviare dolori o per le cure palliative. Bisogna contestualizzare ogni situazione. Ma la legalizzazione della cannabis light sarà un fatto devastante.

I cristiani devono impegnarsi per la vita, quindi devono sostenere i giovani affinché possano crescere, studiare e lavorare. Essere presenti sul territorio e anche nel mondo politico, non sdraiandosi sui lettini della convenienza o del potere ma mettendosi il grembiule del servizio favorendo leggi giuste ed eque. Soprattutto, il cristiano deve conoscere la Dottrina sociale della Chiesa che porta alla giustizia, alla solidarietà e alla condivisione, all’essere voce di chi non ha voce.

Paolo Ramonda

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