Per la Chiesa, l’impegno per la pace e per la nonviolenza è da abbracciarsi in qualità di figli nel Figlio, di discepoli di Gesù, che unifica tutti i popoli in un’unica famiglia, proprio nel momento in cui viene innalzato sulla croce, in atto di opposizione strenua al male e di dono totale al Padre per la redenzione dell’umanità. Tale impegno è da viversi per fede, nella carità, con speranza. Annunciando Gesù Cristo, l’Uomo Nuovo, l’Uomo non violento per eccellenza, e facendo vivere i credenti in comunione con Lui, in Lui e per Lui, il «ricapitolatore» di tutte le cose, la Chiesa si costituisce, connaturalmente, segno efficace e testimonianza profetica della pace e della nonviolenza. E ciò, per un’opera magnifica e grande, mai conclusa, che attraversa tutte le generazioni, sino alla fine dei tempi.
Nel campo dei rapporti umani, la missione evangelizzatrice della Chiesa, si articola nell’annuncio del «Vangelo della pace e della nonviolenza», e, contemporaneamente, nella denuncia della pace falsa, della menzogna, dell’ingiustizia, dell’odio fratricida, delle guerre. L’annuncio ha il suo centro naturale nella proclamazione del «regno di Dio», alleanza riconciliatrice fra Dio e l’uomo, e di Gesù Cristo, Messia di pace e di nonviolenza. Questo annuncio va sempre unito alla proclamazione dell’evento-Cristo, perché il regno di Dio, che trasforma i rapporti umani, tanto più si allarga quanto più il Signore, venuto per instaurarlo, è accolto (cf Rm 16).
Gesù Cristo dilata i confini del Regno vincendo il peccato, fonte ultima delle violenze e delle guerre omicide, e riconducendo l’umanità all’obbedienza della Legge divina e alla pacificazione. È, quindi, parte integrante dell’annuncio del «Vangelo della pace e della nonviolenza», l’appello a ritornare a Dio, ad aprire le porte a Cristo, ad accogliere il dono messianico dello shalom, inteso come stato di bene-essere totale e pienezza di felicità che proviene da Dio. Come pure, ne è elemento essenziale la «rivelazione» che, nel piano della salvezza per ogni uomo, in Gesù Cristo è prefigurata un’esistenza di armonia con Dio e con i fratelli. Creato ad immagine somigliantissima di Dio Trinità, Amore e Comunione perfetti; redento da Gesù, l’uomo è vocato alla «profezia» di una storia che supera contrapposizioni radicali, discriminazioni di ogni tipo, odi e guerre fratricide, e viene «costruita» come un susseguirsi di rapporti e realizzazioni contrassegnati dalla verità, dalla giustizia, dalla solidarietà e dall’amore.
La «denuncia» della pace falsa, della menzogna e dell’ingiustizia palese, implica, invece, sia lo smascheramento della violenza, velata dietro le parvenze della legalità o della «ragion di Stato», sia la loro condanna pubblica. Passa attraverso l’individuazione e la segnalazione delle sue cause più profonde, specie quelle etiche. Per non rimanere sterile, a seconda dei casi si traduce in invito alla protesta; all’obiezione di coscienza, che può essere civica o militare, opportunamente riconosciute e regolamentate dalla legge; alla disobbedienza civile alle leggi ingiuste; alla non cooperazione con il potere costituito, qualora gravemente offensivo della dignità delle persone; alla «lotta per la giustizia»; alla creazione, se è il caso, di un contropotere e di istituzioni parallele; all’uso della coercizione non violenta, ossia senza impiego di mezzi di distruzione della vita degli uomini e delle cose; all’«ingerenza umanitaria» o, meglio, alla responsabilità di proteggere gruppi oppressi; alla difesa civile non violenta.
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