Il Colosseo come lo Stadio Olimpico: svelato il segreto dei numeri rossi

L’Anfiteatro Flavio, monumento conosciuto in tutto il mondo come Colosseo, diventa sempre più simpatico ai romani, in particolar modo a coloro che tutte le domeniche frequentano lo Stadio Olimpico. Durante i restauri sponsorizzati dal gruppo Tod’s, infatti, sono venute alla luce tracce di colore rosso appartenenti ai numeri che, posti sulle arcate dell’arena, servivano a indicare agli spettatori l’ingresso giusto tra i 76 possibili. Questo fa del simbolo di Roma, inserito nel 1980 tra i Patrimoni dell’umanità dell’Unesco, un vero e proprio precursore degli stadi di calcio moderni.

La ‘rubricatura’ (da ruber, rosso), colorando con il rosso la scanalatura di ogni numero rendeva visibile in particolare il I ordine del Colosseo, prospetto nord, quello che conserva la corona esterna del monumento con le arcate che accoglievano gli spettatori per le esibizioni susseguitesi dal I secolo agli inizi del VI d.C..

E’ una scoperta eccezionale, perché non ci aspettavamo che qualche traccia di rosso fosse ancora conservata”, afferma la direttrice del Colosseo, Rossella Rea. Il colore, infatti, che era uno dei colori più amati dalla Roma imperiale, poteva resistere due o tre anni, e doveva essere riapplicato periodicamente.

“Solo quattro fornici non erano contrassegnati da numeri – spiega Rea – giacché gli Imperatori e le autorità godevano del privilegio di entrare dalle arcate poste sull’asse minore dell’ellisse, mentre quelle collocate sull’asse maggiore erano riservate ai protagonisti degli spettacoli. Ma le oltre cinquantamila persone convenute per ogni spettacolo dovevano invece individuare con precisione quale, tra gli altri 76 ingressi, fosse il proprio. Ciascuno doveva mettersi in coda sotto l’arcata che mostrava lo stesso numero riportato sulla propria tessera”.