I cristiani, il sale che darà alla terra nuovo sapore

Non abbiate paura! Aprite, anzi, spalancate le porte a Cristo!”, le celebri parole di San Giovanni Paolo II sembrano fatte a posta per questa giornata di ritorno delle Messe aperte al popolo di Dio. Il 18 maggio del 2020 coincide infatti con il centenario della nascita di Karol Wojtyla, l’uomo della speranza fondata in Cristo e che univa la centralità della preghiera ad un grandissimo slancio pastorale.

L’esortazione del Papa polacco ci accompagna quindi sulla strada che riporta alla dimensione comunitaria della Chiesa, con un’attesa senza precedenti. Nessun fedele ha mai vissuto la privazione dell’eucarestia per così tanto tempo, nemmeno durante l’ultimo conflitto mondiale le celebrazioni furono spogliate dell’assemblea liturgica.

La quarantena imposta dal governo è stata lunga e per certi aspetti anche mortificante. La riapertura di molte attività non essenziali è arrivata molto prima, per non parlare poi delle multe salate comminate a sacerdoti e fedeli che hanno animato benedizioni e brevi processioni, durante il periodo pasquale, nel pieno rispetto delle misure di distanziamento. Le autorità hanno dato per scontato che le misure che adottiamo da tre mesi, in supermercati, metropolitane e tutti i luoghi chiusi, non potessero essere riproposte per qualche decina di fedeli che voleva nutrirsi del corpo di Cristo o che desiderava dare l’ultimo saluto ad un parente defunto.

Insomma anche se il popolo di Dio arriva a questo 18 maggio stanco e provato nei cuori dei fedeli prevale la gioia della celebrazione dell’Eucarestia che, come diceva proprio Giovanni Paolo II, “del mistero pasquale è il sacramento per eccellenza” e “si pone al centro della vita ecclesiale” e pertanto della vita spirituale di ogni fedele.

Chi sarà liberò da impegni di lavoro vivrà un lunedì di festa. Che sia allora il suono delle campane a salutare i fedeli che torneranno a varcare i portoni delle parrocchie, delle pievi, dei santuari e delle grandi cattedrali. Non di solo pane vivrà l’uomo ha detto Gesù conoscendo meglio di noi quanto l’aridità d’animo possa ucciderci più di mille pandemie. Scrolliamoci la pigrizia di dosso, togliamo dai nostri occhi quel velo virtuale delle dirette social che ci ha accompagnato per tutto lockdown ma che ora rischia di “digitalizzare” in modo definitivo la nostra fede.

Per settimane abbiamo detto che saremmo dovuti tornare migliori di prima, quale occasione migliore abbiamo di dimostrarlo nel riaccendere la fiamma dell’impegno comunitario? Finora abbiamo limitato le nostre uscite per fini economici: lavoro, spesa alimentare, acquisti…è arrivato il momento di ricordarci delle cose che danno significato alla nostra vita e noi cristiani siamo il sale che darà di nuovo sapore a questa terra. Non abbiate paura.