Editoriale

Nel giorno del Battesimo di Gesù riscoprire cosa vuol dire amare

Oggi con la festa del Battesimo di Gesù si conclude il tempo di Natale. Facciamo anche noi in questo giorno memoria del dono che abbiamo ricevuto da Gesù grazie ai nostri genitori: una promessa che in Lui possiamo oggi vederla compiuta perché, come canteremo nel Salmo, «Mandi il tuo spirito, sono creati e rinnovi la faccia della terra».

Abbiamo tutti bisogno di essere sempre rinnovati dalla grazia ricevuta nel Battesimo, per vincere la nostra natura che per istinto ci obbliga sempre a chiedere agli altri “la vita”, a elemosinare affetto e considerazione, a credere alle menzogne del mondo, a fidarci delle “passioni ingannatrici” con cui finiamo per usare gli altri perché questa è la maledizione dell’albero seccato, dell’aver rifiutato la grazia: “Io” sono al centro.

Quando un seme piantato nella terra viene annaffiato, seguito e curato produce un albero meraviglioso, alla cui ombra si riposano i viandanti e sui cui rami gli uccelli trovano riposo e costruiscono il loro nido. Questo è il battesimo: un seme, una promessa che il Signore ci ha fatto tanti anni fa di poter ricevere una vita felice e ricca di frutti, in cui ogni giorno possiamo vedere la Sua presenza che ci guida e ci sostiene.

Il Battesimo è questo seme di Vita Eterna, che curato, annaffiato dalla Parola di Dio e dai Sacramenti, sostenuto dalla preghiera, rigenerato dal perdono e dalla carità, dona attraverso di noi frutti squisiti per tutte le persone che il Signore mette sul nostro cammino: gli altri trovano in noi un luogo dove riposare, un rifugio sicuro, una parola di salvezza.

Quando il Battesimo viene celebrato con l’immersione nell’acqua, si rappresenta bene cosa significa ricevere questo seme, che cosa vuole dire entrare con Cristo in quella morte che ci vorrebbe costringere a fare “opere morte” ed uscirne con Lui con una nuova natura: «Con un’acqua che rigenera e rinnova nello Spirito Santo, che Dio ha effuso su di noi in abbondanza per mezzo di Gesù Cristo, salvatore nostro, affinché, giustificati per la sua grazia, diventassimo, nella speranza, eredi della vita eterna» (II lettura, San Paolo a Tito).

Cristo ha un potere, conosce quello che ognuno di noi sta passando, sa quello che ci sta accadendo e viene a noi in questo Natale 2022 che si sta concludendo per liberarci dalla schiavitù di noi stessi; se desideriamo far rinascere Gesù in noi, ricominciare a dare fiducia a Lui, proprio oggi, forse per la prima volta, capiremo davvero che cosa significa Amare e potremo scoprire la Vita.

mons. Antonio Interguglielmi

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