La storia di Giada e del suo dono

Si chiama Giada. È giovane, bella, coraggiosa. Nei mesi in cui siamo rimasti chiusi in casa per paura che l’invisibile nemico, che ha messo in ginocchio il mondo, potesse contagiarci, lei cantava. Dal balcone di casa sua, serena, cantava. Ogni giorno, per la gioia, dei parenti e dei vicini, cantava. La sua fama ben presto scavalcò i confini dello spazio angusto in cui era ristretta; i moderni mezzi della comunicazione si impossessarono della sua meravigliosa voce e la fecero conoscere al mondo. Giada divenne famosa. Le sue esibizioni dal balcone di casa divennero, per tanti, un appuntamento fisso. In quelle ore buie, tristi, dove la solitudine si faceva noiosa, pesante, opprimente, Giada riusciva a infondere speranza.

La Provvidenza agisce così. Ti prende alla sprovvista, quando meno te lo aspetti, fa germogliare il deserto, fa scaturire l’acqua fresca dalla roccia arida. Ero venuto a conoscenza, anch’io, di questa ragazza che incantava il web. Un giorno, inaspettatamente, ho ricevuto un invito da un amico. Giada era stata invitata a cantare nel famoso “Gambrinus”, caffè storico di Napoli, per un gruppo di amici. Promotore dell’incontro, il dottor Catello Maresca. Si, proprio lui, il giovane magistrato che stanò e arrestò Michele Zagaria, uno dei boss più sanguinari e pericolosi del cosiddetto clan dei Casalesi. Per anni, Maresca, gli stette alle costole, fino a scovarlo nel suo paese natale, Casapesenna, in provincia di Caserta. Non si era mai mosso di là quest’uomo che tanto male ha fatto a noi, alla nostra terra, alla nostra gioventù. Incredibilmente ricco, viveva, tappato come un topo, in bunker di cemento realizzato sotto la casa di un amico. L’impegno di Maresca non è limitato solo a incalzare e punire i malviventi. Innamorato del bene cerca in ogni modo di strappare dalla strada i ragazzi che potrebbero diventare preda della malavita organizzata.

Ospite d’onore il dottor Antonio Giordano, famoso scienziato di origini napoletane che vive e opera – purtroppo! – in America. Quando ritorna a Napoli, per amici e parenti è sempre una festa. A Giordano la Campania deve molto per i suoi studi sul cancro e per il suo impegno nella cosidetta “terra dei fuochi”. A presentare Giada, il giornalista Paolo Chiariello. Da parte mia avverto come un dovere andare al Gambrinus per applaudire Giada e ringraziarla per la gioiosa speranza che ha saputo infondere a tanta gente. Mattinata stupenda, Giada davvero canta come un usignolo. Attraverso le finestre spalancate del Gambrinus, si può intravedere uno spicchio di Piazza Plebiscito – una delle piazze più belle d’Italia – e la facciata di Palazzo reale. C’è poco da fare, Napoli è bella. Chiunque volesse affermare il contrario se ne faccia una ragione. Bagnata dal mare, incorniciata dal Vesuvio, attraversata dai vicoli che la solcano come un terreno appena arato, punteggiata da mille chiese che ricordano ai passanti che al di sopra di tutto e di tutti c’è Dio che veglia su di loro, Napoli dà ragione a Fedor Michajlovic Dostoevsckij: la bellezza salverà il mondo.

Speriamo di saper aggiungere a tanta bellezza lasciataci in dono dal Creatore e a quella prodotta dai nostri antenati, anche i nostri contributi e non essere pigri vivendo di rendita o, peggio, distruggendo i capolavori del passato. La vera opera d’arte, però, è e rimane l’uomo creato a immagine di Dio. L’uomo che può raggiungere vette altissime di conoscenza, arte, musica, santità, ma anche abissi profondi di peccato, sopraffazione, distruzione, morte. Giada con la sua voce  ha aggiunto una pennellata di bellezza alla nostra Napoli, all’Italia, al mondo. Dimenticavo, Giada non ha il dono della vista. I suoi occhi, stupendi, non riescono a cogliere il bello disseminato intorno a sé. Lo coglie però il suo cuore e il suo animo gentile. A Giada facciamo i nostri migliori auguri. Ci incontreremo ancora, Giada, per continuare a fare e a volerci bene.