19 marzo 2013. L’inizio ufficiale del pontificato della misericordia

Papa
Fonte: Vatican news

Otto anni fa, il 19 marzo 2013, l’inizio ufficiale del pontificato della misericordia. Subito il Papa arrivato “quasi dalla fine del mondo” scelse di non indossare un anello d’oro. L’ottavo anniversario è l’occasione per rilevare come Jorge Mario Bergoglio abbia cambiato la prospettiva del mondo. Con il continuo richiamo a una fede autentica. Da incarnare. Capace di toccare il vissuto degli “scartati” della terra e dell’economia. Francesco si mette in mite controtendenza. Rispetto a quella che lui stesso denomina “la terza guerra mondiale a pezzi”.

Pontificato
Foto © Vatican Media

Volo di ritorno dal viaggio apostolico in Corea (13-18 agosto 2014). Rispondendo ad un giornalista giapponese il Pontefice analizza la situazione. “Oggi siamo in un mondo in guerra, dappertutto! Siamo nella Terza Guerra Mondiale, ma a pezzi’. Un mondo in guerra. Dove si compiono queste crudeltà”. In questo senso, per essere un “Papa buono”, era necessario per san Giovanni XXIII, essere un uomo misericordioso. Di conseguenza, per essere “Papa misericordioso” è necessario che papa Francesco sia un uomo buono. Del resto, moltissimi papi della storia della Chiesa, per natura del mandato stesso, hanno illuminato la Chiesa stessa e il mondo. E corroborati dalla grazia divina, sono stati buoni e misericordiosi. Altrimenti avrebbero tradito la loro specifica missione.Come ha recentemente ricordato a Interris.it l’arcivescovo Vincenzo Bertolone, ciascun papa, comunque, resta legato al proprio “hic et nunc” storico, sociale e religioso. Per cui manifesta le proprie virtù in modo diverso. E secondo il soffio dello Spirito Santo che l’ha eletto in una determinata circostanza ecclesiale e storica. Tramite “le mani” votanti dei cardinali. PontificatoGià nella prima parte del secolo XX si parlò di tramonto dell’Occidente. Trovando fin nella radice del termine Occidente (da occasus, tramonto, appunto) il destino di una terra. In cui, oggi, la realtà appare ancora più estenuata da certe atmosfere postmoderne. E ciò evidenzia soprattutto la caduta d’interesse per la morale naturale. Con il conseguente tramonto di punti di riferimento stabili e duraturi. In un contesto assai più problematico che mette nelle mani dell’essere umano strumenti inediti. Ed apre situazioni, per quanto concerne il potere tecnoscientifico, di manipolazione. E di dominio sull’ecosistema, sugli esseri viventi e perfino sull’essere umano.

Il Presidente Mattarella e Papa Francesco. Fonte: Quirinale

Sul piano più strettamente ecclesiale, già subito dopo il Concilio Vaticano II alcuni teologi parlavano delle nuove capitali della teologia. Da collocare non più in Europa, ma nelle grandi città dell’Asia o dell’Africa. Oltreché dell’America latina. Scegliere un papa argentino, da parte dei cardinali elettori, ha avuto il significato di portare l’attenzione della Chiesa di Roma (che presiede a tutte le Chiese nell’amore) verso uno dei tanti “sud” continentali. Quasi per decentrarne l’asse di riferimento.PontificatoNel caso specifico di papa Jorge Mario Bergoglio, si è trattato gettare uno sguardo verso altri continenti. Come quello americano. Ovviamente nella speranza di offrire come una nuova “curvatura” al processo di attuazione del Concilio Vaticano II. Al quale vanno contribuendo tutti i pontefici eletti dopo Giovanni XXIII fino a Francesco. Di cui va ricordato che già tre sono santi e (Roncalli, Montini e Wojtyla) e uno in via di beatificazione (Luciani) nel calendario liturgico cattolico. Il processo di “recezione” conciliare in genere è lungo e articolato. E accoglie gli apporti non soltanto dei pontefici e dei teologi. Ma anche del cosiddetto “comune sentire ecclesiale”. Il “sensus ecclesiae”, dopo la realizzazione dei fatti, diventa un fattore di “controllo” della coerenza delle scelte conciliari. Rispetto al sentire comunitario della fede, che è geoculturalmente differenziato. PontificatoA chi guarda dalla periferia i processi di rinnovamento in atto, le ombre potrebbero anche apparire come più evidenti della luce. Che pure esiste nella “vecchia” Europa. Alla quale ormai sono aggregate anche le Chiese della ex “cortina di ferro”. O la vivacità religiosa delle terre ex marxiste che hanno espresso il Pontefice venuto dall’est. Karol Wojtyla. L’occhio sereno dovrà, dunque, guardare all’antefatto remoto del Concilio Vaticano II promosso da papa Giovanni. Cioè al Concilio Vaticano I. In cui, nell’ultimo tratto del secolo XIX, si era consumata un’antica modalità di affrontare i rapporti tra Chiesa e mondo moderno. Nel terzo millennio globalizzato serviva la misericordia per opporre la fraternità all’indifferenza. Auguri Papa Francesco per l’ottavo anniversario dell’inizio ufficiale del pontificato.