‘Eurabia’, tra complici e vendette

Il terrorismo continua a colpire senza pietà, mentre non pochi Paesi europei fingono di avere le mani candide dinanzi a questo orrore. Purtroppo chi conosce le antiche e le nuove colonizzazioni del Continente africano, invece, non si sorprende. Sulle reali cause di questo odio viscerale che sta invadendo il mondo occidentale bisognerebbe chiedere conto agli analisti di Paesi come la Francia, il Belgio, la Gran Bretagna, per non parlare degli Usa e della Cina.

Ne cito solo alcuni tra quelli più iperattivi nel Continente africano che, pur ben insediati in molti di quei Paesi, giammai assumono consapevolezza tanto meno esternano partecipazione di fronte ai tremendi problemi di povertà, fame, malattia, disperazione che da sempre flagellano quei popoli e che oggi costituiscono una delle radici e delle ragioni prevalenti dell’odio immane che da quei territori si riversa sull’occidente. Bisognerebbe fare un giro in Mali o in Congo oppure in Burundi e nel Ciad per sentire cosa dice, a bassa voce, il popolo sui “padroni bianchi” che, collusi con governanti corrotti, continuano dietro le quinte a gestire le sorti politiche ed economiche. E a marciare inarrestabili verso volumi di affari impressionanti e prelievi immani di risorse.

Per tutti questi motivi, la politica e gli esperti compiacenti oggi si esercitano a commentare soltanto la punta dell’iceberg nel dramma dei profughi in arrivo o dei potenziali soggetti pericolosi, ovviamente da espellere. Si fa, in realtà, la cosa più ovvia e insieme necessaria ovvero discutere del fenomeno visibile, in quanto generatore di effetti e di conseguenze dirette che, come tali, non consentono né la facile rimozione né l’oblio. Mentre sulle vere cause di questi problemi si tace vergognosamente; del resto si tratterebbe di autodenunciarsi e autocondannarsi tradendo così anche i colleghi dei vari potentati, compresi i nostri dirimpettai che considerano l’Italia una succursale da gestire e mantenere debole.

Intanto “Eurabia” si estende a dismisura proprio come era stato previsto già molti anni fa da attenti analisti italiani, per questo snobbati se non derisi. I bubboni continueranno ad esplodere incontrollati e, di fatto, sarà impossibile bloccare l’invasione di milioni di persone disperate, grazie anche a trafficanti dai mandanti mica tanto occulti. In questo scenario, le logiche di profitto spietato delle multinazionali è un fatto oggettivo e concausa della maggior parte delle tragedie a cui da sempre gli africani sono stati condannati. Davvero si pensa che il problema siano le Ong come tali da criminalizzare?

Le indisturbate connivenze tra i potenti mercati mondiali e le vergognose diplomazie locali, fasulle e bugiarde, continueranno imperterrite a capitalizzare sulla pelle dei più deboli, manipolando popoli e tribù verso infinite guerre fratricide, alimentando il terrorismo internazionale mentre le logiche perverse dei potenti esibiscono una finzione tutta diabolica nel preoccuparsi per i tragici fatti che continuano ad accadere nel mondo, ben sapendo di esserne insieme autori e complici.

Anche l’Italia non ha mani limpidissime visto che è tra i principali produttori di armi, acquistate certamente non dalle suore o dai missionari che, in quei Paesi, vengono quotidianamente perseguitati e uccisi come nuovi martiri. Per fortuna ci sono ancora dei  cristiani non tiepidi che preferiscono il martirio piuttosto che rinnegare la fede in Gesù Risorto e questi non sono scomodi soltanto in Africa, ma direi anche in Occidente e in quella Roma dove è più complicato e difficile mettere a tacere. Con la strisciante opera di discredito verso il Pontefice e la Chiesa tutta, si tenta di indebolirne la sua vitale opera di mediazione, anche se si tratta di una attività diplomatica spesso ardua e complessa che talvolta può sembrare meno vincente rispetto ai finanziatori delle guerre.

Ma la più grande “battaglia” va svolta sul terreno dei vari leader religiosi che ben potrebbero intensificare il proprio impegno a favore della pace e di uno sviluppo realmente efficace e sostenibile per l’intera umanità.

Tessere pazientemente rapporti con tutte le realtà religiose può generare la direzione di un cammino nuovo soprattutto per le coscienze di coloro che oggi esibiscono un diabolico delirio di onnipotenza.