Un sussulto di coscienza per il bene del Paese

Pandemia

Il Paese sta vivendo, come tutto il mondo, l’Europa in particolare, la crisi profonda della pandemia. Con questa situazione di morte diffusa, soprattutto delle persone più deboli, più anziane, più fragili. Ormai siamo arrivati quasi a 2 milioni di morti in tutto il mondo, una strage che ha colpito l’umanità, uno stop che ha fermato l’economia, messo in crisi la finanza, messo in ginocchio la produttività, con perdita di lavoro per molte famiglie. I nostri giovani, impediti ad andare a scuola, i nostri cari che, in molti caso, ci hanno lasciato in solitudine.

Questo quadro mette ancora più in evidenza l’importante che il nostro Paese trovi una guida sicura, un governo stabile che capisca come sia fondamentale lavorare per il bene comune, del popolo italiano. Perché abbiamo bisogno ancora di rispondere con forza per prevenire il contagio. La sconfitta del virus potrà avvenire anche tramite l’utilizzo del vaccino, che potrebbe portare a quell’immunità di gregge che ci consentirebbe di tornare a lavorare, ad andare a scuola, a fare sport, a incontrarci, ad abbracciarci e gioire della vita.

Ci tengo però a dire che questa crisi non è per la morte ma per la vita. Come ha detto Papa Francesco, i periodi di stop nella nostra esistenza, di crisi pandemiche, sono stati momenti in cui la storia, la società, ha capito che poteva impostare nuovi stili di vita, scegliere modalità nuove di relazionarsi, di stare insieme, di aiutarsi e far sì che tutti abbiano un lavoro, una casa, accesso alle cure. Speriamo e preghiamo affinché in tempi brevi ci sia un sussulto di coscienza comunitaria e di popolo, per cui si arrivi a un governo condiviso dalle varie parti sociali per il bene comune. E’ il tempo della responsabilità, del popolo, che cammini insieme per il bene dei nostri figli.

Noi, come tutti, è ormai un anno che non ci incontriamo più in presenza, senza quell’intensa vita comunitaria che c’era sia a livello nazionale che internazionale. Abbiamo viaggiato meno ma ci siamo incontrati di più. Anche con la modalità social che, se vissuta bene, diventa uno strumento virtuale che ci permette degli incontri reali. Abbiamo sperimentato che riusciamo a incontrarci dai 43 Paesi in cui siamo, ci vediamo, senza aumentare l’inquinamento ecologico e anche con risparmio economico.

Ovviamente, soprattutto le nostre case famiglia hanno tenuto presso di sé i ragazzi svantaggiati per tutelarli da un eventuale contagio, anche se ci sono stati diversi casi, pur se in forma lieve. Abbiamo aperto, fra i primi, l’Hotel Royal a Cattolica dove ospitiamo persone per fare la quarantena per poi ritornare a una vita normale.