Coronavirus e ripresa economica: siamo tutti chiamati a fare la nostra parte

La Pasqua, l’evento della Resurrezione deve avvenire nei nostri cuori, nella nostra anima e nella nostra comunità. In questo momento, potremmo paragonare la pandemia al calvario della nostra vita e si concluderà con un’esplosione di gioia, fraternità e ascolto. La Resurrezione è il bisogno del cuore di ogni uomo e donna, soprattutto in questo momento in cui si ha tanta angoscia e paura. Ci dà la forza e il coraggio di riprendere il nostro cammino più bello di prima.

Come cristiani, finita l’emergenza sanitaria causata dal coronavirus, dovremo imparare a vivere di più il Vangelo, nel quotidiano, con gesti di carità, fratellanza, amore e ascolto. Bisogna riscoprire il Vangelo ogni giorno della nostra vita, senza aspettare momenti di difficoltà.

Non siamo più abituati ad ascoltare il silenzio che a volte comunica più delle parole, dei nostri rumori. Il silenzio parla al cuore e ci aiuta ad ascoltare sempre di più i bisogni degli altri. Come la preghiera silenziosa di Papa Francesco al termine della Via Crucis lo scorso venerdì santo. O come la preghiera che mons. Cesare Nosiglia, arcivescovo di Torino. L’ostensione straordinaria della Sindone è stato un gesto profondo, davanti al quale ognuno di noi si deve fermare, ci deve aiutare a riflettere sul nostro cammino di fede, sulla nostra vita, su dove stiamo andando e come stiamo affrontando questo cammino.

Il lockdown dell’Italia sta creando una forte crisi economica e molte famiglia stanno soffrendo e non hanno neanche il cibo da portare in tavola. Ogni singola persona, lo Stato, la Chiesa: tutti sono chiamati a fare la loro parte per risolvere questa situazione. Abbiamo bisogno di ripartire, il lavoro conferisce dignità all’uomo. Senza il lavoro avremo tanta povertà, sofferenza e situazioni di disagio. Da ognuno di noi, nel nostro piccolo, dipende la ripresa economica.