Come riscoprire la fede in pandemia

La pandemia ci fa scoprire le nostre false sicurezze e la nostra incapacità di vivere insieme. Questo tempo così difficile ci aiuta a comprendere che ci sono anche altre malattie sia fisiche che spirituali. Abbiamo bisogno gli uni degli altri e soprattutto di Qualcuno che dia un senso profondo alla nostra vita.
l mistero del Figlio di Dio , diventato “Figlio dell’uomo”, è il fondamento di una Chiesa sinodale, popolo di figli nel Figlio e, di conseguenza, popolo di fratelli e sorelle, che camminano insieme sulla stessa strada verso la stessa meta. Dio ci viene incontro come l’Emmanuele, il Dio con noi, nel quale sono concentrate tutte le energie della vita, tutta la luce di cui il nostro mondo oscurato dal male ha bisogno, tutta la grazia che vince il nostro egoismo, tutta la verità su Dio e sull’uomo che smaschera le nostre mistificazioni e menzogne.
Il Verbo di Dio ha deciso di prendere per sempre la sua dimora fra noi. La linea del tempo è stata spezzata in due (prima di Cristo-dopo Cristo) e in tutto il mondo anche i non cristiani continuano a contare gli anni proprio a partire dalla nascita di Gesù. Il mistero dell’Incarnazione del Figlio di Dio ci dice che la nostra vita è inserita in quella di Dio e ci aiuta a fare memoria della tenerezza e della grandezza dell’amore di Gesù, che ci ama fino a unirsi a noi, perché anche noi possiamo unirci a Lui.
Tutta la pienezza dell’eterno disegno divino della salvezza irrompe nel tempo attraverso il Verbo di Dio che si è fatto carne ed è venuto ad abitare in mezzo a noi. Che il “Verbo si fece carne” significa che la storia ha trovato il suo epicentro definitivo, il suo elemento ultimo e fondante, il suo paradigma irreversibile in Gesù: nel suo essere tutto per Dio e tutto per gli uomini, nel suo divenire riconciliazione e riappacificazione universale. Senza il mistero dell’Incarnazione non sarebbero stati possibili i mosaici del magnifico duomo di Monreale, nel quale domina Cristo Pantocratore che si presenta a noi come la Luce del Mondo. Il Signore squarcia le tenebre in cui camminiamo e fa sorgere una grande luce che ci riempie di speranza.
Non accogliamo Gesù quando non crediamo alla bella notizia del suo amore gratuito e quando non lo riconosciamo presente nel nostro prossimo. Gesù è il Vangelo vivente della presenza liberatrice di Dio nella storia degli uomini , che chiede di “fare” la verità, di servire il bene, di promuovere la dignità della persona, la redenzione del lavoro, di tutelare l’inviolabilità del sacrario della famiglia.
Il venerabile don Tonino Bello esortava così non avere paura: “La speranza è stata seminata in te. Non avere paura, amico mio. Dio è sceso su questo mondo disperato. E sai che nome ha preso? Emmanuele,  che vuol dire: Dio con noi. Coraggio, verrà un giorno in cui le tue nevi si scioglieranno, le tue bufere si placheranno, e una primavera senza tramonto regnerà nel tuo giardino”.